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  • Il voto

    Il mondo sta cambiando. O forse no. Sta di fatto che a sei anni rischi di beccarti anche la prima interrogazione.

    Voto
    Voto

    Ed allora il dialogo (in chat, perché il mondo sta cambiando) nasce spontaneo.

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  • Ah Venezia!

    Sì sa, per chi gioca le domeniche libere son poche. E allora che si fa? Gita familiare: destinazione Venezia. La città dei dogi. Uno dei posti più romantici al mondo, il posto che forse più di tutti ci è invidiato dal mondo. Insomma, il presupposto è quello di vivere una bellissima giornata.

    Venezia
    Venezia

    Invece no. E non è perché il treno ha tardato mezzora a partire. Non è nemmeno perché il treno ha tardato due ore anche a tornare. Niente di tutto questo: Venezia è una puttana d’alto borgo.

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  • Il placcaggio

    La figlia entrò in casa salutando tutti tranne suo padre che come ogni giorno a quell’ora stava seduto sul divano a leggere il giornale. Gli si pose davanti, con le braccia sui fianchi. Al padre quella visione ricordò quando la donna era ancora una bambina ed imitava sua madre in quella posa per dare importanza ad un concetto esposto.
    “Glielo hai fatto vedere ancora!” disse lei.
    Il padre fece una smorfia di disapprovazione.
    “Ho fatto vedere cosa a chi?”

    Placcaggio
    Placcaggio

    La figlia a quelle parole inarco il sopracciglio e continuò sprezzante “Non fare il finto tonto, sai benissimo che mi riferisco a mio figlio e sai benissimo cosa gli hai fatto vedere!”
    L’uomo distese lo sguardo e cercando , con difficoltà, di farsi più serio che poteva riprese “Mi dispiace ma non ti seguo, cosa avrei fatto vedere a mio nipote?”
    “Accidenti papà, quando fai così!” ed allargate le braccia le fece cadere sui fianchi provocando un battito che fece balzare l’uomo ed urlò “Lo sai benissimo, il Rugby!”

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  • I navigatori, gli auricolari e la pace nel mondo

    Lo so che certe volte scrivo titoli criptici. Questo è uno di quelli, me ne rendo conto, ma i pensieri su queste cose sono come la pallina di un flipper. Sei lì per strada, vedi una cosa e parte la pallina che rimbalzando nel cervello scatena un pensiero che viene rimbalzato a sua volta dall’altra parte. Dai a chi non succede?

    Auricolare
    Auricolare

    Come sempre, provo a spiegare. Per strada oggi ho visto in fianco a me un signore che con una mano teneva la cartina di Milano davanti a se e con l’altra smanettava sul navigatore satellitare. Con cosa teneva il volante, direte, ma non è questo il punto. E non è nemmeno la prima domanda che mi è venuta in mente.
    Quel tizio mi ha ricordato le persone che ogni tanto mi capita di vedere in giro che usano l’auricolare per parlare telefonino: per definizione quell’accessorio dovrebbe servire per tenere le mani libere mentre si parla al telefono.
    Invece no.

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  • L’anello

    Il ragazzo fece di corsa le scale. Non che l’ascensore fosse rotto, non che volesse tenersi in forma, ma la voglia di vederla era troppa e dopo una giornata come quella, prima arrivava quel momento, meglio era.
    I piani erano quattro ed arrivato al pianerottolo dovette riprendere fiato. Non sta bene avere il respiro grosso quando devi vedere la tua amata, pensò sorridendo.

    Anello
    Anello

    Sistemata la camicia che era uscita dai pantaloni nella foga della salita, si mise dritto con la schiena e fece i quattro passi che lo separavano dalla porta e, accertatosi che il respiro fosse finalmente calmo, suonò il campanello.

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  • Il salto

    Ogni anno al termine della scuola materna succede questo: i bambini all’ultimo anno ricevono un diploma insieme ad un cappello da laureando. Fatto di carta, beninteso, ma d’una importanza enorme.
    Quei due oggetti infatti segnano il passaggio alle scuole elementari, qualcosa che misurato con l’età dei protagonisti, che è intorno ai sei anni, rappresenta una svolta epocale.

    Salto
    Salto

    La cosa interessante in tutto questo è che dopo aver formato una fila, i laureandi devono andare a ricevere i due doni saltando una sorta di staccionata fatta di plastica.
    In quel salto è racchiuso il senso della vita. Esagerato. No,no, davvero.

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  • L’informatica si da all’ippica

    Lo ammetto. Mi guadagno da vivere facendo l’informatico. Mi piacerebbe fare tante altre cose, molte le faccio, ma essendo il lavoro prima di tutto un obbligo (quando si vuole far fronte alle proprie responsabilità) fare l’informatico mi permette di fare qualcosa di interessante nel tempo che passa tra una passione e l’altra.

    Server
    Server

    L’informatica si fonda su un concetto di rinnovamento costante, ogni tecnologia immessa sul mercato è già obsoleta. I manager delle grandi società queste cose le sanno, infatti organizzano costantemente conferenze, incontri ed eventi per pubblicizzare i nuovi prodotti.
    Ecco, sono stato ad uno di questi eventi. Ed è stato… per usare un eufemismo… Illuminante.

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  • Forza, venite gente…

    Sabato sera ho cantato e recitato. Si trattava di un musical sulla vita di San Francesco dal titolo “Forza venite gente”.
    Ho fatto la parte del diavolo tentatore. Mi ci ritrovo, non fosse altro perché è la figura più trasgressiva e sopra le righe dello spettacolo.

    Fioretti
    Fioretti

    Giusto per la cronaca mia moglie faceva la parte della morte… Quando si dice due spiriti affini. Ma sto divagando, non era di questo che volevo scrivere. Volevo scrivere di genitori. Ancora una volta.

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  • La cicatrice

    C’era una volta un giocatore di Rugby, era uno forte e piuttosto spericolato. Giocava in una squadra importante e riusciva a contribuire con costanza alle sue vittorie.
    Aveva tutto: la gioventù, la prestanza fisica e tanta voglia di fare.

    Cicatrice
    Cicatrice

    Un giorno però, quasi per caso, trovò uno specchio magico che consentiva di vedere il futuro.
    Non il futuro in generale, ma solo quello relativo a se stessi. Nel dettaglio, il proprio volto.

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  • L’Irlanda, il rugby e lo sport in Italia

    L’Irlanda ha vinto il sei nazioni di rugby. Non l’ha fatto in una maniera comune, ha fatto il “Grande Slam” che significa vincere tutte le partite del torneo, tale evento per gli Irlandesi non si verificava dal ’48, sessantuno anni fa. Pare un evento di cui bisognerebbe parlare almeno nei TG sportivi, invece nulla.
    Dal 2000, anno della nascita del sei nazioni, il Grande Slam è riuscito a quattro delle sei nazioni partecipanti: Francia, Inghilterra, Galles e Irlanda. La Scozia nel sei nazioni non ha mai fatto grandi slam, ma quando il torneo si chiamava cinque nazioni, sì.

    Irlanda
    Irlanda

    E l’Italia? Ah già, l’Italia.

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