La sveglia alle 5 di domenica mattina certo non mette di ottimo umore nessuno, ma per andare alla VII Giornata Mondiale della Famiglia col Papa si può fare.

Destinazione? Bresso, Papa, Famiglie. Avanti.
Per chi ha visto “Memento” il titolo di questo post dice un sacco di cose. Per tutti gli altri, dice poco e niente. “Ricordati di Sammy Jenkins”. Chi era costui?
Guarda caso, la risposta a questa domanda non è influente ai fini del ragionamento. Il fatto è che ognuno di noi dovrebbe avere tatuato da qualche parte “Remember Sammy Jenkins”. Perché? Eh…
L’ho già detto che andare in giro non mi piace? Sono sicuro di sì. Anche se sono posti famosi e belli, non li godo mai. La bellezza la fa la mente, e se alla mente mancano le componenti per fare una cosa bella, questa muore.
Il problema è che certe volte in giro ci devi andare, anche se questo significa lavorare di giorno e star rinchiuso negli alberghi la sera perché sei stanco. Però, diamine, sarebbe un poco più facile se almeno le zone dove capiti fossero carine. Ora non è che Roma sia brutta eh… Certo, alcune parti di Roma lo sono più di altre, alcune pure peggio. Ma a sto giro, peggio di dove sono, non ci si poteva stare.
Fate voi. Se uno considera che questo è il trailer:
Allora il film come diavolo sarà?
Il secondo giorno in cui stavo camminando sul London bridge per andare al lavoro, o meglio nel posto in cui quella settimana dovevo lavorare, mi sono accorto che avevo accelerato come gli altri.
Già, perché il primo giorno sei un alieno, guardi il Tower bridge, i grattacieli e cerchi di farti meravigliare. Non essendo però una gita di piacere, avresti solo voglia di tornare a casa.
Il secondo giorno però, avviene già la metamorfosi e ti ritrovi londinese. Ed i londinesi scheggiano. Se non stai attento ti travolgono.
Anno nuovo, vita nuova, si dice. E via che si riparte, il lavoro, lo sport e… Il corso fidanzati. No, non mi sono fidanzato un’altra volta. I fidanzati sono gli altri, le coppie che si preparano al matrimonio. Quest’anno 24. Record assoluto.
Prima serata, giro di presentazione in cui lui presenta lei e lei, lui. Loro non lo sanno, ma in forma totalmente anonima ho raccolto le frasi migliori, qualcuna fa sorridere, qualcuna riflettere, ma in ogni caso sono tutte sincere. Ed è una cosa bella. Hai visto mai che si finisce per rileggere queste cose a molti anni da oggi, magari quando si è un po’ giù di morale perché non tutto va bene…
“Dio, non ce la faccio”, disse la ragazza a suo marito. Lui le sorrise, come faceva sempre, domandandosi nel contempo quanto ancora l’avrebbe sopportata.
“Non posso credere che ogni mese dobbiamo venire qui, metterci in fila e pagare queste cose. In contanti, per giunta!”.
Lui sorrise di nuovo. Era, se possibile, stufo di sentirle dire la verità, ma come l’amava…
“Che c’è perché ridi?”
Non rispose.
Ho partecipato al concorso indetto dalle edizioni Scudo (http://www.edizioniscudo.it) in cui veniva chiesto di scrivere un racconto breve sul tema Robot ambientato in Italia.
E’ stato divertente stare in 3600 battute, anche se di per sé la vicenda che ho raccontato è abbastanza macabra e grottesca. Ovviamente consiglio l’acquisto del volume, il prezzo non è particolarmente economico, c’è un errore di stampa all’inizio del mio racconto e tutti i racconti sono scritti in linea di massima da autori esordienti ma… Che diamine… Diamogli una possibilità!
Caro me,
ti scrivo perché stavolta c’è bisogno. Qui si invecchia, viene la crisi dei trentanni, ci sono i malanni e via così, perciò mi sembra giusto fare il punto della situazione.
Purtroppo non basta più dirti “A posto così”, perché le cose si sono fatte un po’ più complicate.
Cercherò di non andare per il sottile: non mi piaci più.