Oggi ho sentito che un ragazzo di venticinque anni di una squadra di rugby contro la quale avevo giocato tante volte in passato, durante una partita si è accasciato ed ha avuto un malore. Portato all’ospedale pare non rischi la vita, ma è comunque in rianimazione.
Il concetto è: un momento stai giocando a rugby, il momento dopo lotti per la tua vita in rianimazione. Questi pensieri non devono preoccuparti, pensarci non vuol dire essere pessimisti, semmai realisti.
Il punto è far tesoro di tutti i momenti, di tutti gli abbracci, di tutti i baci. Vivi meglio che puoi, ogni singolo momento.
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L’anno del Miracolo – 02 novembre
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L’anno del Miracolo – 01 novembre
C’è una particolarità nel modo in cui ti addormenti: sembra quasi tu preferisca il rumore. O comunque qualcuno che ti muova, che ti tocchi. Stasera eri qui solo con me e dopo che ti ho messo nella culla hai iniziato ad agitarti. Mi sono così ricordato di come la mamma mi ha detto che in asilo ti da delle pacche sul sedere per farti dormire.
Insomma, per farla breve ci ho provato e, incredibile, ha funzionato. Ti sei tranquillizzato e pian piano addormentato. E io a tirarti sculacciate. Ti capirò quando non sarà più necessario farlo. -
L’anno del Miracolo – 31 ottobre
Giusto per la cronaca: i tuoi risvegli notturni continuano. Stiamo valutando un esorcista perché il comportamento è essenzialmente vampiresco. Passata la mezzanotte, tipicamente all’una, inizi a svegliarti. Non succhi il sangue, per carità, ma in compenso cerchi il seno della mamma. Lei si che sta facendo la fine di Mina Murray (leggi Dracula se vuoi sapere chi è): pallida, emaciata, una vittima.
Il problema è che poi quando viene il giorno ti trasformi in un sole che emana luce rigenerante, così anche mamma si rigenera, fino alla notte successiva. Non c’è che dire: una perfetta storia da Halloween! -
L’anno del Miracolo – 30 ottobre
Oggi ho assistito alla testimonianza di una ragazza che è stata in missione in Africa. Ha raccontato tante cose, buona parte delle quali avevo già sentito. Vedi le capanne di fango, vedi i chilometri da percorrere per andare in chiesa, vedi l’assenza di elettricità. La cosa che però mi ha fatto riflettere è stata la vicenda della distribuzione delle caramelle.
Ne aveva portate un po’ da qua, dietro consiglio di chi già conosceva la missione. Ed ha raccontato di come questi bambini si passavano la caramella tra loro per condividerne il sapore. Così ho pensato a quante caramelle ho mangiato nella mia vita. Tu quante ne mangerai? -
L’anno del Miracolo – 29 ottobre
Il tuo legame con mamma diventa ogni giorno più forte. Ormai per te il suo volto primeggia rispetto a quello degli altri. Quando ti si para davanti ti illumini, letteralmente. E’ qualcosa che un padre può solo guardare, ma non potrà mai fino in fondo provare. Ti faccio un esempio. Hai iniziato a tendere le braccia per essere preso in braccio. E’ il gesto che ci differenzia da tutte le altre specie animali. Ecco, se vedi la mamma, tendi subito le braccia. Allora mi metto di fronte a te e ti dico “Vieni?”, tu ti giri e stringi forte il suo collo.
Ma se cerchi di farmi ingelosire ti sbagli di grosso. Questa cosa non mi tocca minimamente. Per nulla proprio. Con chi credi di avere a che fare?
…
Dannazione. -
L’anno del Miracolo – 28 ottobre
Più rileggo le pagine di questo libro e più mi rendo conto che parla del futuro. Cosa sarai, come ti comporterai, che tipo di uomo diventerai… Tutto orientato al domani. Sono sempre stato così. Non faccio mai in tempo ad arrivare alla fine delle camminate che subito penso “E adesso?”.
Eppure devi sapere quanto stai riempiendo le mie giornate. Quando arriva la sera, ed è ora di tornare dal lavoro mi sento come un fidanzato che aspetta di vedere la sua bella. Apro la porta e ci sei tu in braccio alla mamma che ti agiti come una marionetta. La mia. -
L’anno del Miracolo – 27 ottobre
Oggi ho detto a tua nonna: “Va che se ho questa testa qui è praticamente tutta colpa tua”. Lo ha preso come un complimento. E beh, lo era. Perché alla fine mi sto sempre più rendendo conto che il mio essere, i miei comportamenti, sono strettamente legati a come mia madre mi ha insegnato e dato esempio.
Penso a te e mi chiedo cosa ti rimarrà di me e di tua madre? Arriverai un giorno ad essere fiero di somigliare ai tuoi genitori? Ci regalerai questa porzione di eternità portando in giro noi stessi nelle tue azioni? Capisci perché penso tu sia un miracolo? -
L’anno del Miracolo – 26 ottobre
Sono sempre più convinto che ti sistemerai con il sonno (che, per la cronaca, è ancora un disastro) quando inizierai a mangiare come si deve. Intendo quando eliminerai il discorso seno in maniera definitiva e concentrarti sulle pappe. E’ evidente. Hai quasi cinque denti! Ambisci ad azzannare qualcosa. Tieni sempre più dritta la schiena e cerchi ogni giorno di farti capire di più.
Ricorda solo questo: quando sarai grande di un bel “grazie” alla mamma. Il suo nome fa rima con pazienza. -
L’anno del Miracolo – 25 ottobre
Ogni promessa è un debito ed oggi ne ho dovuta mantenere una . Tua sorella dice “Voglio la felpa X” dove X è una marca che piace ai ragazzi, io le dico “Appena prendi un nove compriamo la felpa”. Pronti via, i nove sono stati due, perciò via a Milano nel negozio X a spendere per una felpa gli stessi soldi per cui in un posto normale ne prenderesti quattro.
Ho cercato, una volta mantenuta la promessa, di farla riflettere. In quel posto erano vestiti di tutto punto, alla moda, come si dice. Eppure era tutto così palesemente vuoto, privo di significato. Un nome su una maglietta ne aumenta il valore economico. Succederà anche a te, succede anche a me, succede a tutti. L’importante è trovare qualcuno di fianco che ti chieda “Ma secondo te, ne vale davvero la pena?”. -
L’anno del Miracolo – 24 ottobre
Certi giorni ho proprio paura che il mondo in cui ti troverai a vivere potrà essere anche più complicato di questo, che mi sembra già assurdo per tanti aspetti. Poi però penso a come ogni generazione ha avuto i suoi disastri, le sue crisi, i suoi momenti bui.
La vita è bella e complicata, per tutti e, come ti scrivo sempre, una sola.
Oggi la tua difficoltà è far capire cosa vuoi agli altri, ed hai un solo strumento: il pianto. Quando sarai grande la situazione non cambierà molto. Dovrai sempre cercare di esprimerti con i mezzi che avrai a disposizione e ti sembreranno sempre pochi. Ma la vita è così, figlio mio. Se la tenacia nel realizzarti rimarrà quella che dimostri oggi quando piangi, beh, sarai un vincente.