Questione di pancia. Che si ingrossa. Te ne accorgerai, fino ai 25 anni, se farai sport (e non vedo perché no, visto che è seconda cosa più bella che puoi fare con il tuo corpo) vedrai che la tua pancia sarà sempre piatta. Non importa quanto (e se) berrai alcool: il rapporto sarà sempre a tuo favore. Dopo i 25 però il tuo addome perfetto si ingrosserà. Colpa di vino, birra e delle cose che mangi. Ci sono due atteggiamenti da scegliere a questo punto: dieta o menefreghismo. Con la pancia e felici, con l’addome piatto e sacrifici (nota la rima). Cosa ho scelto io? Non lo so, ancora.
Categoria: L’anno del Miracolo
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L’anno del miracolo – 04 giugno
Ieri sera ho sgridato tua madre. E’ andata così: ti stava allattando e ad un certo punto ha detto “Piaaaaano! Non ingozzarti!” al che non ci ho visto più e le ho detto “Ma come puoi pretendere che stia calmo se tu stai così?” “Così come?” mi ha chiesto. “Guardati!”. Fortunatamente si è guardata, accorgendosi che mentre ti stava allattando scriveva mail al computer, mandava sms col telefonino e, giuro, controllava i compiti dei tuoi fratelli. Tu dirai “ma scusa, mentre lei era lì tu che stavi facendo?”. Davo consigli, ti risponderei. E, pensa un po’, stasera quando sono rientrato c’erano luci soffuse e tranquillità totale. La mamma, parlando sottovoce, ti stava allattando.
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L’anno del miracolo – 03 giugno
Finalmente mamma ha ammesso che sei un rompiballe. Io trovo che non ci sia nulla di male, anche perché effettivamente sei un BEL rompiballe. Mamma però non voleva sfatare il mito. Diceva “se incominciamo a dire che rompe le balle non ne usciamo più”. Via quindi con la negazione della realtà.
Fortunatamente però, quando è troppo è troppo ed oggi finalmente l’ha detto a chiare lettere: è un bel rompiballe!
Non ci crederai, ma questa ammissione ha cambiato le cose. Non dico che ci siamo rassegnati, ma abbiamo una consapevolezza in più. Sei il dono più straordinario che potevamo ricevere nella nostra vita già felice. Nonostante questo, sei un bel rompiballe! -
L’anno del miracolo – 02 giugno
Oggi io e mamma abbiamo litigato. Certe notti è proprio difficile, come quella appena passata. Ho lavorato fino alle due, stamattina c’era ancora da fare, ero stanco, lei pure, ed abbiamo litigato. Non sentirti in colpa. Tu sei stato solo il movente. La vita è tutto un equilibrio. Devi lavorare tanto per riuscire ad avere tempo di qualità. Solo che più lavori, meno tempo hai e se ti prendi più tempo, perdi lavoro. E’ un po’ fare i funamboli, sul filo con sotto il vuoto. E più sei stanco, teso e nervoso, più rischi di cadere. Io e mamma abbiamo scelto di stare sul filo, ci aiutiamo, cerchiamo di non finire giù, il più delle volte riusciamo, altre no. Trova una donna che cada con te e con te si rialzi. Una, dieci, cento volte. Non rimanere mai, MAI, per terra.
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Questione di miracoli…
Non c’entra riempire la propria vita.
Non c’entra garantirsi un futuro.
Non c’entra appagare se stessi.
Un bambino non è niente di tutto questo.
E’ solo ed unicamente una questione di speranza.
E chi spera, si sa, non muore mai. -
L’anno del miracolo – 01 giugno
Giorno finale del torneo di cui ti scrivevo ieri. In generale passato a godermi il momento e lo sport, senza grosse aspettative e con un gran sole da prendere. Ho anche parlato a lungo con dei ragazzi della nazionale. Uno dice “son come i calciatori ormai, se la tirano”. Mica vero. Ragazzi comuni che però giocano (molto) bene a rugby. Insomma, doveva essere una giornata di passaggio. Zero aspettative. Sai invece che è successo? Abbiamo vinto. E tuo padre ha pure segnato la meta della vittoria allo scadere. Un altro bel ricordo. Certe volte va così, te ne accorgerai: ti carichi di aspettative e rimani deluso, non ti aspetti nulla e succede lo straordinario. Solo un consiglio per te oggi: in ogni caso, giocatela!
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L’anno del miracolo – 31 maggio
Oggi torneo di rugby. Sono andato con vecchi amici, a fare il panchinaro sostenitore. Non ho giocato molto e per me questa cosa è atipica. Però sento che è giusto così. Come ti ho già scritto, quest’anno mi fermo, perciò è giusto iniziare anche da qui.
Il bello però è venuto mentre tornavo a casa. Nell’arrivare alla macchina ho incontrato decine di vecchi amici, tutti con storie diverse, ma con una cosa in comune: hanno deciso di dedicare tempo alla famiglia. Smettendo, si intende.
Perché il momento arriva. Anzi, mi stupisco di come sia stato possibile arrivare sino ad oggi, con tua sorella, tuo fratello e tua madre a sopportare le domeniche con papà via. Forse si è trattato semplicemente di aver trovato la donna giusta, che mi ha dato i figli giusti. Per una vita, tutto sommato, giusta. -
L’anno del miracolo – 30 maggio
Stamattina avrei dovuto partecipare ad un evento che riguardava il mio lavoro. Qualcosa d’interessante, avevo predisposto tutto in modo da avere la giornata libera.
Alla sveglia ho aperto gli occhi, ti ho guardato, e sono rimasto a casa.
Certo, ho lavorato lo stesso, non è stato un giorno sabbatico, ma son rimasto a casa. Anche per te.
Ogni tanto ci vuole, bisogna dire “oggi vivo come dico io, non come ho programmato”. Certo si tratta di una cosuccia da nulla, ma ho promesso a me stesso che mi impegnerò a trovare sempre più momenti come questo. Anche se il mondo va a trecento all’ora. Anche se oggi, per chi vive il nostro tempo questa è la cosa più difficile. -
L’anno del miracolo – 29 maggio
La vita è tutta una questione di prospettive. Prendi quel mio amico: quando è diventato papà ci siamo incrociati a buttare la pattumiera. La sua piccola avrà avuto un mese mezzo a dir tanto, l’età che hai tu ora. Fatto sta che gli ho chiesto “Allora, com’è? E’ brava?” e lui mi ha risposto “Massì, si alza sì e no cinque volte per notte”.
Al che ho spalancato la bocca, ho cercato di dire qualcosa, ma ho sorriso e l’ho salutato. Pensa, io impazzisco con te che ti alzi tre volte a notte e la mattina sono un concentrato di stanchezza e nervosismo. Vedi? E’ tutta una questione di prospettiva… -
L’anno del miracolo – 28 maggio
Salta fuori che la mattina sei uno spasso. In pratica funziona così: quando sono le 06:40, 06:50 al massimo, fai casino. Ti lamenti. I fumi della notte trascorsa mi fanno chiedere quante volte ti sei svegliato, ma non riesco a trovare risposta. Tua madre, stravolta, ti mette lì nel letto. Alle 07:00, puntuale, suona la sveglia e girano le balle.
Resisto dieci minuti, poi mi alzo e ti porto in bagno, nel fasciatoio. Da lì inizia lo spettacolo. Ti guardi in giro, fai casino e se mi avvicino e metti a fuoco, mi sorridi.
Roba che quasi, bada bene, dico quasi, mi dimentico del sonno.