Non ti ho raccontato di come tua sorella e tuo fratello hanno preso la notizia della soppressione del cane. Il modo in cui i bambini reagiscono al dolore è particolare. La loro mente è sempre in movimento e si fa in fretta a dimenticare, eppure il dolore è vivo, glielo leggi negli occhi. Tua sorella, che è la maggiore, ci ha messo proprio poco: forse si era già rassegnata nel vedere Luna morire un po’ ogni giorno. Tuo fratello ci ha messo di più. Alla fine però anche lui si è consolato ed ha detto che il prossimo cane, e puoi giurarci che ci sarà, lo vorrà chiamare Slash.
Categoria: L’anno del Miracolo
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L’anno del miracolo – 14 luglio
Finalmente cose positive. Il sole, il mare e tu che fai casino in macchina. Quest’ultima cosa non propriamente positiva, ma tant’è. La macchina non ti piace. Come ho già scritto, se mai diventerai un pilota, sarò sinceramente stupito. A fatica quindi, e con molta pazienza, siamo arrivati al mare e tu hai subito una mutazione. Sei un angelo. Sarà la salsedine, sarà che per 5 giorni all’anno io e mamma non stiamo correndo, ma sei pacifico. Contagiosamente pacifico. Poi ci sono tuo fratello e tua sorella, quest’ultima convinta che la prima parola che tu dirai sarà il suo nome. Io le ho detto che sarà molto probabile, perché ti sta sempre addosso. La seconda però, le ho detto che sarà “basta!”.
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L’anno del miracolo – 13 luglio
Ti rendi conto di quanto qualcosa sia parte di te solamente quando non ce l’hai più. Il nostro cane era talmente parte della nostra quotidianità da regolarne i bioritmi. Alzati che c’è la Luna da portare fuori. Hai dato da mangiare alla Luna? Se non ci penso io a questo cane! Eppure come ti scrivevo i “bei ricordi” sono pochissimi, mentre invece il buco che ha lasciato enorme. La mamma ha citato il Piccolo Principe: “E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. Non vergognarti mai a dire “mi sono stufato”. Dì sempre la verità, perché dicendo la verità farai sempre bene. Ma, mi raccomando, mantieni sempre la tua parola. Cura le rose che scegli di allevare, perché questo definirà il tipo di uomo che sei. Soprattutto, cura la tua famiglia, è l’unica cosa al mondo che potrà mantenere l’eredità del tuo pensiero.
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L’anno del miracolo – 12 luglio
Oggi abbiamo soppresso Luna. Così si chiamava il nostro cane. Non poteva più andare avanti così ed ho dovuto, per rispetto suo e nostro, prendere la decisione di farla smettere di soffrire. Non ricordo il numero di volte in cui in questi difficili 17 anni le ho augurato di morire. Non mi vergogno a dirlo, perché come ti raccontavo ieri il più delle volte è stato un peso. Ma in questa casa, in questa famiglia, non si lascia indietro nessuno.
Così abbiamo fatto fino ad oggi. Fino a che era possibile. E’ stato straziante e dolorosissimo. Ho sempre avuto un certo distacco con gli animali, ma mi sento come se avessi perso un familiare. Non dipende dal fatto che lei fosse così difficile, dipende forse dalla dedizione che abbiamo messo nell’allevarla. -
L’anno del miracolo – 11 luglio
Oggi è stato un giorno difficile. Non ti ho parlato molto del nostro cane, perché non c’è molto da dire. Ha quasi 17 anni ed è sempre stato un cane difficile da gestire: grosso, nero, ce l’aveva sempre con tutti. Nessuno ha mai potuto entrare in casa senza che lei smettesse un minuto di abbaiare. La vecchiaia (17 anni per un cane così grosso sono un’enormità) ha amplificato le difficoltà. Ormai sono dieci anni che io e tua madre, con l’aiuto della nonna, cerchiamo di gestirla. Gli ultimi due anni sono stati un calvario. Si muove a fatica, fa i bisogni dove si trova, abbaia sempre più.
Nonostante tutto ho sempre voluto rimandare il momento del “basta”. Fino a stasera. -
L’anno del miracolo – 10 luglio
Ancora sulle vittorie. Vincere è la cosa più bella che ti può succedere. Vuol dire che qualcosa fatto ha avuto esito positivo. E’ stato finalizzato. Un buon impiego di tempo.
Questo significa che una sconfitta vanifica tutto? Non è detto. Ci sono sconfitte e sconfitte, partite e partite. E poi ci sei tu, e quello che chiedi a te stesso.
Che maestro sarai verso te stesso? Indulgente? Spietatamente severo? Lo sceglierai tu. L’importante sarà giocare tutte le partite che la vita ti metterà davanti.
A dirti che sei un campione, nel caso, penserò io. -
L’anno del miracolo – 09 luglio
A proposito di quanto ti scrivevo ieri sul sentirsi vivi facendo sport e muovendosi, c’è un rovescio della medaglia: l’ossessione per i risultati. Qualcosa capace di annientare anche i cuori più solidi. Quando le cose non vanno come vorresti diventa tutto più complicato. In particolare quando perdi. Una partita, un gioco, una sfida con te stesso. Il giudice più severo verso le mie sconfitte sono sempre stato io: se imponi a te stesso di vincere, non accetterai mai una sconfitta.
Fortunatamente c’è un “ma”. Perché quando darai tutto te stesso (la fatica di cui ti scrivevo ieri) non avrai la forza di recriminarti nulla. -
L’anno del miracolo – 08 luglio
La fatica nobilita. In realtà questo detto si riferisce al lavoro in generale, ma c’è una cosa che ho capito: quando tutto ti sembra confuso e non riesci a trovare soluzioni ai problemi, corri. O salta, insegui un pallone, solleva dei pesi. Fai qualcosa per cui tu ti senta vivo. Con me ha sempre funzionato. Una bella sudata ti schiarisce la mente ed allarga le tue prospettive.
Alla fine di questa fatica sarai più predisposto a valutare tutti gli aspetti delle cose.
E’ così la vita: può andare bene o andare male, tu non smettere mai di correre. -
L’anno del miracolo – 07 luglio
Tua sorella e tuo fratello hanno sempre visto la macchina come un materasso ambulante. Li si metteva in macchina e dopo qualche minuto dormivano. Ricordi quando ti scrivevo che ogni figlio è a se? Bene, per te la macchina è una tortura.
A sentire come urli pare che il seggiolino sia uno strumento medievale per infliggere dolore. Ogni volta che sali sembra di sentire l’inizio di “Cry baby”, di Janis Joplin. Hai presente? No? Ascolta quella canzone e scoprirai come io e tua madre abbiamo dovuto passare ogni santo viaggio in macchina con te. -
L’anno del miracolo – 06 luglio
Ieri ho concluso scrivendoti di Dio. Tu sei stato battezzato come cristiano, ma lo dico chiaro: questa non deve essere una giustificazione per sederti e smettere di cercare. Io e tua madre abbiamo sempre concordato sul fatto che la verità passa da Gesù, ma non è detto che questa cosa debba bastarti. La ricerca del divino e la conoscenza della religione devono essere il cammino di una vita. Non pensare mai che la ragione in questo senso sia solo la tua. Non essere fondamentalista. Cerca le cose positive di qualsiasi credenza e rispettale.
Tutto il mondo cerca risposte certe dalla religione, ma a me non risulta ne esistano. Questo non significato debba smettere di cercare.