Oggi tuo fratello era tutto orgoglioso. “Il mio allenatore mi ha detto che sono uno dei più forti”. Deve essere una bella soddisfazione, ma ho anche cercato di farlo riflettere su una cosa: ti avesse detto che eri uno dei più scarsi, gli avresti creduto?
Il concetto che ti voglio fare capire è che ogni giorno troverai persone che ti dicono “Bravo” oppure “Pirla!” (o anche “Bravo Pirla!”, ma questa è un’altra storia), solo che poi i conti con la tua coscienza li farai solo tu. Non essere mai troppo duro con te stesso, cerca solo di fare il meglio che puoi, a prescindere.
Categoria: L’anno del Miracolo
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L’anno del Miracolo – 30 novembre
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L’anno del Miracolo – 29 novembre
Stasera posso dire di averti visto giocare per la prima volta con tuo fratello e tua sorella. Chiaramente non c’è ancora un’interazione tale da far sembrare tutto armonico, eppure mentre si muovevano intorno a te li guardavi, ridevi e chiedevi la loro attenzione. Ho fatto un balzo con i pensieri in avanti, vi ho visti tra diversi anni, vi ho immaginato a parlare, litigare, ridere. Mi ha fatto un bell’effetto.
Mi sono anche chiesto dove sarò io allora. Non lo so, non lo immagino, ma quello che ho visto mi è proprio piaciuto. -
L’anno del Miracolo – 28 novembre
E’ ufficiale. Il mio terzo figlio, che poi saresti tu, oggi ha detto la sua prima parola. Prima di te tua sorella aveva detto “Mamma”, tuo fratello “Iaia”, ossia il nome di tua sorella, mentre tu…
Eri sul divano, io ero come sempre intento a fare le mie mille cose cose, esattamente dietro di te. Tu ti sei tirato su sulle tue gambine, mi hai guardato ed hai detto “Pa pà”.
Mi hai chiamato.
La prima parola di senso compiuto uscita dalla tua bocca è stata il tuo richiamo a me. Sono il tuo papà, e me lo hai detto. Sarò sempre qui, chiamami quando vuoi. -
L’anno del Miracolo – 27 novembre
Sempre a proposito delle giornate storte c’è un aspetto che devi sempre ricordarti: capire chi sono i tuoi nemici. Perché se non hai ben presente chi è il responsabile del tuo star male, finisci per prendertela con chi non c’entra niente: l’automobilista distratto, il ragazzo in bicicletta o, peggio, chi ti vuole bene. Poco fa ho chiesto scusa alla mamma, perché la mia giornata schifosa è finita con me che urlavo qualcosa a lei. Non c’è peccato peggiore che incolpare il tuo amore delle tue frustrazioni.
Cerca il nemico e ricorda che in genere non devi fare molta strada, perché sei tu. C’è di buono però che, in amore, la salvezza è sempre a portata di bacio. -
L’anno del Miracolo – 26 novembre
Dipende tutto da te come far finire le tue giornate. Certe volte lo si capisce dalle prime battute che una giornata non sarà bella. Sono segnali, il più delle volte veritieri. Però il tuo porti di fronte alle avversità determina il tipo di uomo che sei. Certi giorni è proprio complicato pensare positivo, perché troppe cose possono andare storte. Per questo continuo a ripetere che tu mi hai salvato. Perché se l’ultima cosa che vedo è il tuo musino che mi fa un sorriso, allora quella sarà stata comunque la migliore giornata di tutte. -
L’anno del Miracolo – 25 novembre
Oggi ho imparato a salvarti la vita. Ci sono questi corsi che si chiamano di “Disostruzione pediatrica”, una parola difficile che serve a spiegare cosa fare quando ti ingozzi con qualcosa. Il corso è un po’ terrorizzante. Mostra come sia facile perdersi in un secondo e morire per niente. Il resto si basa sull’avere sangue freddo. Mantenere la calma è complicato, ma in quei momenti essenziale. Dovrebbero farlo tutti, perché si possono salvare vite.
Se mai succederà spero di essere pronto, ma c’è una consapevolezza ulteriore che ho raggiunto oggi: siamo barche in mezzo al mare, basta un niente. Ma io ti starò vicino. -
L’anno del Miracolo – 24 novembre
L’equilibrio è un’arte. Io la conosco poco, ma sto cercando di imparare. Gestire le giornate è la parte più difficile. Ci sono quelle UP e quelle DOWN. Cercare di esaltarsi troppo quando qualcosa va bene e non abbattersi quando qualcos’altro va male è arte funambolica. E’ da equilibristi. E’ come vederti cercare di stare in piedi. Ancora non hai capito bene come mettere le gambe, ti impicciano e ti arrabbi, ma pian piano stai imparando. A furia di picchiare il sedere, di scivolare, di prendere botte, stai capendo cosa serve per stare in equilibrio. La vita è tutta lì. -
L’anno del Miracolo – 23 novembre
Com’era da pronostico la notte è stata un disastro. Ricordo questo: io che mi sveglio con te davanti che strilli e la mamma che mi intima “Tienilo! Devo andare in bagno!”. Ti ho tenuto, ma se qualcuno mi avesse chiesto come mi chiamavo avrei risposto “Giuseppe Garibaldi”. La mamma è quindi tornata, io ho farfugliato qualcosa, poi si è fatto tutto buio di nuovo.
Stamattina, non chiedermi come, ho scoperto che quel “qualcosa” che avevo farfugliato era qualcosa per cui ora ho dovuto chiedere scusa.
L’ho fatto. A prescindere. Una scusa nei confronti della tua donna non sarà mai di troppo. Ricordalo. -
L’anno del Miracolo – 22 novembre
E’ iniziato tutto l’altro giorno. Hai presente quando ti raccontavo che alle quattro e trenta del mattino stavo pulendo il tuo vomito dalla scala? Ecco questa notte tua sorella, più o meno alla stessa ora, ha ripetuto il gesto, centrando per fortuna di tutti il water. Due indizi fanno una prova, e quindi quando tuo fratello stamattina è partito bello pimpante per poi trovarsi a vomitare alle dieci io e mamma ci siamo guardati: “Chi è il prossimo?”. E’ toccato a mamma che ha finito giusto qualche minuto fa. Come dici? Non manca più nessuno? Vedremo domani se il mio nome è Nessuno. -
L’anno del Miracolo – 21 novembre
Mamma l’aveva detto che la macchina era bella, ma piccola. Io ho sempre pensato ci saremmo adattati, poi ho visto il seggiolino sul quale starai tu per un bel po’ e mi sono dovuto ricredere.
Insomma, non ci stiamo.
Perciò bisogna cambiare macchina. Si possono fare tanti ragionamenti. Prendere una macchina bella, una costosa, una funzionale. Il problema della nostra società è che buona parte delle persone ti giudica dalla macchina che guidi. Ora pensa questo: alla fine abbiamo scelto un parallelepipedo con le ruote, ma ci sta dentro anche una vasca da bagno per il largo.
A noi che ci frega di quel che dicono gli altri?