Ho scommesso con mamma che camminerai prima di compiere l’anno. Sei cicciotto, hai compiuto otto mesi ieri e non dai proprio l’impressione di un fisico asciutto. Eppure nei tuoi gesti, ma soprattutto nei tuoi occhi c’è una voglia di scoprire che ti spinge a muoverti, ti fa fare i passi anche se il tuo fisico ancora non te lo permette.
Eppure, se pensi alla storia del calabrone è semplce: grosso com’è non dovrebbe volare. Lui però non lo sa e vola.
Tu, figlio mio, camminerai presto.
Categoria: L’anno del Miracolo
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L’anno del Miracolo – 21 dicembre
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L’anno del Miracolo – 20 dicembre
Sai cosa c’è? C’è che sembri una scimmietta. Si vede chiaramente che le sinapsi del tuo cervello stanno iniziando a quadrare. Per esempio, in questi giorni hai iniziato a giocare con una leva che se viene mossa fa girare un rullo con dei disegni. Hai capito come funziona e non ti fermi più.
La muovi, la muovi ancora e intanto il tuo cervello fa progressi.
Una scimmietta, che sta scoprendo il mondo. -
L’anno del Miracolo – 19 dicembre
Ho sempre detto che lo spartiacque della mia vita è stata la nascita di tua sorella, eppure da quando sei arrivato tu, tutto sembra essere cambiato ancora una volta. Oggi compio gli anni e, si sa, il compleanno è un momento di bilanci. Su cosa rifletto? Sulla benedizione che sei stato tu. Sul fatto che mi hai spogliato della presunzione che forse aveva preso il sopravvento e mi hai detto “Accettati come sei, perché tanto con me non ne esci”.
Dì un po’… Lo sapevi che il tuo nome significa “Dio salva”? -
L’anno del Miracolo – 18 dicembre
Oggi ho parlato con una persona dell’avere figli. Mi diceva come fosse difficile per lui trovare il tempo libero. Io gli ho detto che il tempo libero me lo hai portato tu. So che sembra assurdo da dire. Il terzo figlio che porta più tempo libero, ma come?
Qui sta uno dei miracoli del tuo arrivo.
Tu hai portato l’essenziale. Hai spogliato le mie giornate del superfluo. Hai reso il mio tempo libero dagli scogli delle cose che fanno perdere tempo. Da quando ci sei tu arrivo dritto al punto. In un certo senso, tu sei il mio tempo. -
L’anno del Miracolo – 17 dicembre
Qualcosa sta cambiando in te. Qualcosa, ma non tutto. Ad esempio questa notte è stata un disastro totale. Sveglia ogni mezzora. Io e tua madre siamo due stracci. Però qualcosa sta cambiando. E’ il modo in cui ti approcci al mondo. Sembra quasi tu voglia farti capire.
Non solo, cominci anche a dichiarare le tue esigenze. Questa sera, nonostante la notte passata, non avevi sonno, Mamma ha cercato di metterti a letto, ma tu continuavi a dire “Pà, pà, pà”. Insomma, son dovuto venire lì io. E tu hai riso e mi hai abbracciato. Il senso della vita è tra le tue manine. -
L’anno del Miracolo – 16 dicembre
C’è una cosa che non è chiarissima in questi miei scritti per te, eppure li permea nella sostanza tutti. Si tratta del tempo. E’ sempre una questione di tempo. Se ti metti lì a pensare di scrivere ogni giorno un pensiero a qualcuno, finisce che l’impegno rischia di sovrastarti. Perché ci sono i giorni no, i giorni in cui sei stanco, i giorni in cui dici “ne ho abbastanza!”. Ecco, questi sono i giorni in cui stabilisci il valore di quello che stai facendo.
Non permettere mai alla stanchezza di dirti cosa fare, lascia che a farlo siano i tuoi sogni, i tuoi desideri. Se sono veri, ti daranno tutta la forza di cui hai bisogno. -
L’anno del Miracolo – 15 dicembre
Pazzesco! Stasera è passata a trovarci una delle maestre che vedi all’asilo e che si prendono cura di te durante il giorno. Insomma, l’abbracciavi! Dico, non hai ancora iniziato ad abbracciarmi! Mentre lei ti guardava, ti chiamava, ti sorrideva e tu le eri in braccio, spalancavi le manine e le stringevi la testa.
Un abbraccio in piena regola, insomma.
Come mi son sentito geloso non te lo so spiegare. Ti ho preso dalle sue braccia. “Perché?”, mi ha chiesto. “Ha sonno”, ho risposto. -
L’anno del Miracolo – 14 dicembre
Ogni volta che mi capita di lavorare di domenica (come oggi) sono lì che mi chiedo se ne vale la pena. Sia chiaro, come ti ho sempre detto il lavoro nobilita e guai se non ci fosse . Però pensare di perdere così la giornata in cui ci si dovrebbe riposare non mi fa sentire troppo a posto. E’ tempo che dovrebbe essere tuo, ad esempio, ed invece è dedicato al lavoro.
E’ per quello che si chiamano sacrifici, ma forse il modo giusto per farsela passare è chiamarli investimenti. -
L’anno del Miracolo – 13 dicembre
Cambiamenti che hai portato nella mia vita: pensare che sarà un giorno bello anche se la notte non hai dormito nulla. Con tutte le sveglie notturne di cui ti sei reso partecipe il me stesso di cinque anni fa sarebbe diventato pazzo. Oggi invece mi ritrovo a sorridere quando ti svegli alle sei e trenta e non c’è verso di farti riaddormentare (e non avrebbe nemmeno molto senso, visto che la sveglia suona alle sette).
Sbuffo, ti guardo, tu dici “Ba, ba, ba” e la giornata parte comunque dritta. -
L’anno del Miracolo – 12 dicembre
Cambiamenti che hai portato nella mia vita: accettare che non si può controllare tutto. Per quanto meticoloso e preciso io possa essere stato, il tuo arrivo, con tutto quello che ha comportato, mi ha messo in pace con quella parte di me che mi picchiettava in testa con le nocche dicendomi “Ti muovi? Ce la fai? Lo pigli sto treno?”.
Considerato che con te il treno l’ho preso in faccia il resto sarà tutto in discesa.