A dispetto di tutto quel che ti racconto in merito alle notti insonni (tutto vero, peraltro) devo darti atto di una cosa: sei un bambino estremamente solare. Ridi. Spesso. Ti diverte tutto. Le facce di tua sorella, le urla di tuo fratello, le cose che vedi, i rumori che senti. Tutto ti strappa un sorriso.
Ho fatto un conto: calcolando quanto dormi e quando mangi, ridi per la maggior parte del tuo tempo. Ed anche se il sonno obnubila i pensieri, non posso far altro che cercare di imparare da te.
Categoria: L’anno del Miracolo
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L’anno del Miracolo – 10 gennaio
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L’anno del Miracolo – 09 gennaio
Il lavoro porta via tempo agli affetti. Stare insieme due settimane e poi tornare e stare fuori casa per quasi tutto il giorno è proprio brutto. E’ essenziale non farsi assorbire ed agire in base alle priorità. Non ho idea se io ci stia riuscendo. E’ complicato. Ogni mattina quando ti saluto mi si stringe un po’ il cuore. Eppure senza lavoro non si vive. E allora dopo averti baciato, aver salutato i tuoi fratelli ed abbracciato la mamma, mi giro e vado. Rimanete lì, penso, io torno. Conservate quegli occhi per stasera. La mia vita per un vostro sorriso. -
L’anno del Miracolo – 08 gennaio
Fino ad oggi ho sempre scritto di te. Di come sarai, delle tue vocazioni, ma c’è una cosa importante che devi sapere riguardo a tutti questi scritti: non è detto che troverai in me la stessa persona quando sarai in grado di discuterne. Se ripenso a com’ero dieci o dodici anni fa e lo misuro con chi sono oggi vedo due persone molto diverse. Perciò magari tra dieci o dodici anni troverai un padre che ha perso smalto, magari ha rinunciato alle sue passioni, magari non ti sembra più invaso dall’entusiasmo di vivere che si percepisce qui.
Se accadrà questo comportati da bravo figlio: dammi un bel cazzotto sul naso! -
L’anno del Miracolo – 07 gennaio
La ripresa lavorativa dopo un periodo di pausa può avere conseguenza devastanti. Gestire i tuoi risvegli notturni quando sai che bene o male il giorno successivo potrai recuperare ha tutto un altro sapore rispetto a quando il mattino, volente o nolente, alle sette suona la sveglia e noi, indipendentemente da come è andata la notte con te, dobbiamo andare a lavorare.
Così ti guardi, sospiri, e pensi che passerà, cercando di gioire per le piccole cose. Stamattina è stato un tuo sorriso. Se non è amore questo… -
L’anno del Miracolo – 06 gennaio
Io e mamma siamo pervasi dall’amore che abbiamo per te. Completamente assuefatti. Una condizione che solo i genitori possono capire. Solo, figlio mio, son due notti due che non dormi nulla. Ogni ora una sveglia. Non si capisce se è la cura contro la tosse che stai facendo, ma stanotte hai rischiato troppo. Alle quattro, quando ti sei messo a dire “Pà pà pà”, non ci ho visto più.
Oggi abbiamo provato l’ultima spiaggia: fare il Gesù bambino nel presepe vivente. Lo benedico? Ci ha chiesto il parroco. Esorcizzalo, abbiamo detto in coro. -
L’anno del Miracolo – 05 gennaio
Avrai successo nella tua vita? Che poi, il successo, cos’è? La gente che chiama il tuo nome? Chi ti ferma per strada e ti dice “Ah, ma tu sei?”? Non lo so. Ho sempre visto il successo come il momento in cui non hai più bisogno di nulla. Il momento in cui ti guardi intorno e dici “Non posso chiedere di più”.
Questa sera tua sorella accartocciava una bottiglia di plastica, ci soffiava dentro e col rumore che faceva tu sghignazzavi. E’ stato lì che ho capito di essere uno che ha avuto successo. -
L’anno del Miracolo – 04 gennaio
Cambiamenti che hai portato nella mia vita: godersi un giorno di sole pur rimanendo in casa. Sono sempre stato un po’ angosciato dall’idea di dover uscire se c’è una bella giornata. Ho sempre imposto a me stesso di non sprecarla, quindi le volte che mi capitava di dover stare in casa con fuori il sole era sempre un dramma.
Poi sei arrivato tu, e mi hai spiegato che in un giorno con il sole non è mai l’ultimo, mi hai spiegato che la vita va vissuta dove si è. In casa o fuori. C’è chi il sole lo cerca in cielo, io oggi l’ho visto mentre ridevi. -
L’anno del Miracolo – 03 gennaio
Vivere questa fase di assestamento con te certe volte è proprio difficile. Dico “assestamento” perché come ti ho già scritto non è che ci stiamo capendo molto. Per esempio, oggi ci ho messo un’ora per farti addormentare nel pisolino pomeridiano. Quanto hai dormito? Lo devo proprio scrivere? Mezzora scarsa. In termini di investimento siamo andati in perdita netta. Ma che ci vuoi fare? Te ne accorgerai quando proverai a misurare l’amore in unità, puoi cercarla finché vuoi quella misura, ma non c’è. -
L’anno del Miracolo – 02 gennaio
Certi giorni ti capiterà di pensare che la vita è ingiusta. Penserai che ci sono persone che la fanno sempre franca. Sono quelli che cadono sempre in piedi. Li vedi al telegiornale, in generale alla televisione, ma anche intorno a te. Falsi, bugiardi, diversi da quell’ideale di correttezza che ti sarai costruito.
Ti arrabbierai.
Arriverai ad augurare il peggio, a inveire e infine a cambiare te stesso. Perché nel momento in cui diventi il giudice sei già oltre. Sei già una persona simile a quelle che disprezzi.
Risparmia la fatica: non disprezzare mai nessuno. -
L’anno del Miracolo – 01 gennaio
Non capisco come funzioni. O meglio, sto cercando di farmi un’idea, ma sono ancora in alto mare.
Ho capito che se sei agitato e ti canto una canzone gospel che si intitola “Scendi Moses” (coadiuvato nei cori dal resto della famiglia), ti calmi. Ma funziona solo con quella canzone.
Ho capito che se ti ho in braccio e ti dico “Tirulleru urca urca”, con la voce acuta, solo e soltanto acuta, allora mi abbracci.
Ho capito che la mamma è stanca, perché sei una partita complicatissima da giocare. Ma ho anche capito che nel dubbio, continueremo a cantare.