Autore: Raoul Scarazzini

  • L’anno del Miracolo – 09 febbraio

    L’anno del Miracolo – 09 febbraio

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    Dopo un weekend di non riposo come quello appena trascorso il lunedì ha un sapore drammatico. Ma c’è una cosa positiva: le giornate si allungano. E sebbene faccia ancora un gran freddo, uscire dall’ufficio con un barlume di sole ha tutto un altro sapore. Stasera mamma mi ha chiesto un favore. “Lo metti a letto tu?”.
    Non ci sono problemi, ho detto. Oddio, quando dopo venti minuti pensavo ti fossi addormentato ed invece hai detto “Pà pà pà” qualche dubbio mi è venuto, ma tutto sommato è andata bene.
    Che tu voglia farti perdonare?

  • L’anno del Miracolo – 08 febbraio

    L’anno del Miracolo – 08 febbraio

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    Notte di inferno. Mamma mi ha detto “Non è stata poi così devastante”. Io però mi sento uno straccio. In giorni come questo non vedo la luce in fondo al tunnel. Mi sento sempre assonnato. Ed ogni volta che tu ti svegli, come nel caso di questa notte, ogni santa ora, nella mia testa il coro degli angioletti lascia spazio al rock heavy metal dei diavoli.
    Ma resisterò.
    Fosse anche solo per dire “Ce l’ho fatta anche stavolta”.
    Disgraziato!

  • L’anno del Miracolo – 07 febbraio

    L’anno del Miracolo – 07 febbraio

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    Accettare gli altri è un po’ accettare se stessi. Soprattutto quando si è genitori. Già perché sembra scontato che ogni nostra mossa, in quanto fatta in buona fede, ai nostri occhi sia giusta. La verità è che a seconda di chi ti guarda il giudizio cambia…
    “Io i miei figli li educo così!” e per forza di cose quello appare come il meglio possibile, lato genitore. Solo che non tutti siamo uguali. Quindi un’altra cosa che ho imparato grazie a te è stato ammorbidire il giudizio verso chi mi sembra stia sbagliando.
    Perché mai come oggi sono convinto che noi genitori, in fondo, siamo tutti sulla stessa barca.

  • L’anno del Miracolo – 06 febbraio

    L’anno del Miracolo – 06 febbraio

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    La consapevolezza di saper fare qualcosa dovrebbe bastarti. Perché te lo dico? Perché certe volte pur di avere la prova che sappiamo fare qualcosa facciamo progetti che magari non sono giusti per la nostra vita. Lo scopo ultimo, ricordalo, è la felicità. Non devi dimostrare nulla a nessuno. Nemmeno a te stesso.
    Perciò piuttosto che lavorare tutta la vita per dire “Visto che lo sapevo fare?” fai qualcosa di meglio. Vivi.

  • L’anno del Miracolo – 05 febbraio

    L’anno del Miracolo – 05 febbraio

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    Non fare mai troppo l’orgoglioso. Non trattenere il tuo amore perché ti sembra di apparire debole. Nota bene, non ti sto dando un consiglio, ti sto facendo una preghiera. Ti sto implorando di non vergognarti mai di dire “Ti voglio bene papà”. Perché le frasi non dette, gli sguardi che parlano, i cenni di intesa funzionano solo al cinema, dove ci sono i copioni e tutto è deciso.
    Ma questa è la tua vita e ogni attimo va colto. Non dare mai per scontato il dire “Sì, ha capito che gli voglio bene”. Spendi una parola, semina un abbraccio, permetti agli altri di vivere il tuo amore.
    Raccoglierai solo cose belle.

  • L’anno del Miracolo – 04 febbraio

    L’anno del Miracolo – 04 febbraio

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    Questa cosa delle sberle sul sedere non la capirò mai. E’ una regola: se vuoi stare tranquillo bisogna sculacciarti. E uno pensa: ma sei matto? E’ da telefono azzurro! Invece è la verità. Il rito deve ripetersi: ti si cambia, ti si da la camomilla (che tanto poi nel corso della notte si rivelerà perfettamente inutile) e poi ti si mette nel lettino, picchiandoti alla stessa frequenza il sedere. Troppo veloce o troppo lento rompe la magia.
    A te serve la costanza. A me uno psicologo.

  • L’anno del Miracolo – 03 febbraio

    L’anno del Miracolo – 03 febbraio

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    Non ti arrabbiare. Ti capiterà di sbatterci la testa, di mettere tutto te stesso nella speranza di stare facendo bene. Ti capiterà di spendere fatica, tempo, soldi, in funzione di qualcosa che ti sembra palese e giusto. Nonostante questo scontenterai qualcuno, perché fare felici tutti non si può. Non ci sono riusciti nemmeno Gesù, Gandhi o Martin Luther King. E’ impossibile.
    Cerca invece la verità e limita il tuo giudizio a quella che è la tua coscienza, che dovrà rimanere sincera. Alla fine ricordati: a ciascun giorno basta la sua pena.

  • L’anno del Miracolo – 02 febbraio

    L’anno del Miracolo – 02 febbraio

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    Oggi per me è il giorno più importante dell’anno. Il più significativo. Non ci fosse stato oggi non saresti esistito tu, non sarebbero esistiti tua sorella e tuo fratello. Non avrei avuto così tanti giorni felici nella mia vita. Non avrei saputo cosa significano le parole fede, fiducia e dedizione.
    I giorni piatti sarebbero stati la routine. Non ci fosse stato oggi la parola amore avrebbe significato poco, senza invece essere lo scopo di tutta la mia vita.
    Perché oggi è il giorno in cui è nata tua madre, e da quel giorno tutto ha avuto senso.

  • L’anno del Miracolo – 01 febbraio

    L’anno del Miracolo – 01 febbraio

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    Saprai mantenere la calma nella tempesta? Non è mica facile sai? C’è questo episodio in cui ci sono gli apostoli in barca, Gesù dorme, scoppia la tempesta e loro son tutti disperati. Ad un certo punto lui si sveglia e dice “Dov’è la vostra fede?”. Già, perché se dici “Io ci credo” e poi quando è il momento ti tiri indietro e ritratti, che razza di uomo sei?
    Quindi, nella sostanza, se ne fai una questione di fede, fidati. Perché perdere la fede quando hai dei dubbi è da polli ed è solo nella tempesta che le persone vengono fuori per quello che veramente sono.

  • L’anno del Miracolo – 31 gennaio

    L’anno del Miracolo – 31 gennaio

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    Cose che mi hai insegnato: svegliarsi alle sei di mattina di sabato, pensare che non è possibile, che hai bisogno di dormire, che quando ero giovane ogni sabato erano almeno le dieci, pensare a tutto questo e… Sorridere.
    Mi hai insegnato che incazzarsi per queste cose non ha senso. E’ come quel detto cinese: se hai un problema e conosci la soluzione non ti preoccupare, se la soluzione non ce l’hai, e il problema non lo puoi risolvere, allora cosa ti preoccupi a fare? Al diavolo il problema. Erano le sette ed insieme montavamo (o meglio, tu distruggevi) dei LEGO. Il problema non esiste. Solo che quel cinese del proverbio secondo me di figli non ne aveva.