Autore: Raoul Scarazzini

  • L’anno del Miracolo – 01 marzo

    L’anno del Miracolo – 01 marzo

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    Ieri ti parlavo del sonno ed oggi te ne do una conferma. Dopo esserci svegliati molto presto (è sabato) questa mattina ho accompagnato tuo fratello agli allenamenti e, grazie alla mamma, sono riuscito a prendermi due ore per dormire.
    Come sia cambiata la mia prospettiva delle cose te lo lascio immaginare. Dormire serve e penso che il sacrificio più grosso che ci stai facendo fare, se non lo si era ancora capito, è proprio fare a meno del sonno. Ma come ti ho sempre scritto, resisto. Ogni ora di veglia è un mattone per l’uomo che sarai. Ogni ora di veglia è un pezzo della tua vita.

  • L’anno del Miracolo – 28 febbraio

    L’anno del Miracolo – 28 febbraio

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    Dice mamma che non mi vede sereno. Dice che secondo lei c’è qualcosa che non va nel modo in cui sto vivendo questo nostro momento. Sembra quasi che abbia subito il tuo arrivo e non riesca ad essere convincente quando dico di essere felice. Forse il peso delle scelte, forse quello delle responsabilità, forse l’aver smesso di giocare. La vuoi la verità? La dico?
    Ho sonno.

  • L’anno del Miracolo – 27 febbraio

    L’anno del Miracolo – 27 febbraio

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    Certi giorni ti capiterà di lamentarti. Ci sono per tutti i giorni così. Se avrai però abbastanza occhio, se sarai abbastanza onesto, dovrai capire che bisogna prendere quello che viene per com’è, sempre.
    Perché ti capiterà di sentire storie da persone che sono passate attraverso inferni che tu non credevi nemmeno esistessero, e sarà quello il momento di ascoltare. Perché solo chi riesce a sorridere dopo vicende atroci ha veramente capito.
    Capito cosa? ti chiederai. Capito che la vita è una e ogni giorno abbiamo la responsabilità di essere felici. Per rispetto verso chi soffre, per rispetto verso chi ti vuole bene e, più di tutto, per rispetto verso noi stessi.

  • L’anno del Miracolo – 26 febbraio

    L’anno del Miracolo – 26 febbraio

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    Tu che interagisci col mondo. Che spettacolo. Praticamente la novità del momento sei tu che quando suona il campanello dici proprio “Chi è?”. Lo dici bene. Non bene quanto dici “Papà”, ma bene lo stesso.
    Il fatto è che la risposta a quella domanda te la dai da solo, ed è “Tata”. Sai perché? Perché tua sorella ti ha fatto il lavaggio del cervello e continua a dirti “Chi è? Tata!” per farsi riconoscere. Così siamo rimasti tutti fregati. Se bussano alla porta, citofonano oppure chiamano al telefono, non importa chi ci sarà dall’altra parte, per te sarà sempre e solo “Tata”.

  • L’anno del Miracolo – 25 febbraio

    L’anno del Miracolo – 25 febbraio

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    Prima di dire come una cosa sia facile, falla! Non peccare mai di presunzione quando giudichi le cose. Non dire mai “Che ci vuole?”, perché quei discorsi li fanno le persone che si sentono superiori. Non esiste nulla di facile. Non è facile fare le scelte che guidano le tue giornate, non è facile far vivere un amore, non è facile essere coerenti.
    Più di tutto: non è facile essere felici.
    Perciò prima di dire “per forza quello è felice, guarda che vita facile ha”, fai una bella cosa, comincia a ridere anche tu.

  • L’anno del Miracolo – 24 febbraio

    L’anno del Miracolo – 24 febbraio

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    Certi giorni mi ritrovo a pensare come non vedo l’ora tu cresca per tornare ad essere indipendente, per tornare a dormire, soprattutto (sì, le ultime due notti ti sei svegliato ogni santa ora). Ma è solo un attimo.
    Perché alla fine questa vita è finalizzata al viaggio, non all’arrivo. Perciò pazienza (tanta) se non dormo. Voglio gustare ogni singolo momento, anche quelli in cui sarò talmente saturo da chiedermi: chi me l’ha fatto fare? Lo so benissimo. Sei stato tu. Ho fatto tutto per te.

  • L’anno del Miracolo – 23 febbraio

    L’anno del Miracolo – 23 febbraio

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    Nonostante finora la cosa sia apparsa totalmente naturale, sto incominciando seriamente a sentire la mancanza del rugby. Sì è vero sto andando a correre, sì è vero porto tuo fratello ad allenarsi e qualcosa riesco ancora a fare, ma il preparare la partita, il sudare sul campo, persino le botte, quello mi manca.
    Ma una promessa è una promessa. Col terzo smetto, ho sempre detto a mamma.
    Se vuoi provare a diventare un ometto dovrai imparare ad assumerti le tue responsabilità, anche se certe volte ti verrà voglia di placcare il tavolo.

  • L’anno del Miracolo – 22 febbraio

    L’anno del Miracolo – 22 febbraio

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    Un po’ di sole, un’altalena e sembra di vederti in paradiso. La bella stagione sembra arrivare e quando si può ne approfittiamo. L’altalena ti piace, ti rilassa. Certe volte ti ci addormenti sopra, la manifestazione fisica del concetto di pace. Dovremmo imparare anche noi adulti a prendere il tempo di andare sull’altalena.
    Anziché correre tra carrelli e spesa, macchine e traffico, vestiti, case e cose bisognerebbe mettersi lì, darsi una spinta e farsi baciare dal sole. Una spinta e su. Un’altra spinta e su.
    Non sembri affatto preoccupato di tutte queste cose, sarà mica perché ti spingo io?

  • L’anno del Miracolo – 21 febbraio

    L’anno del Miracolo – 21 febbraio

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    Ieri hai compiuto dieci mesi ed anche questi scritti lo hanno fatto. Sono dieci mesi che ogni giorno ti dedico un pensiero, ti ringrazio per qualcosa, ti spiego come è possibile sentirmi dire che tu mi hai salvato.
    E non è una parola casuale, è proprio di salvezza che parlo ogni giorno.
    Anche se le incertezze sono centuplicate mi sento al sicuro. Non ho paura di nulla se ti ho accanto, se rimaniamo noi, se sono capace di dare un senso a tutti questi doni.
    Quando ci penso sembra che un cuore solo non possa bastare. Il cuore va curato, coltivato, innaffiato, protetto. Pensavo il mio non sarebbe bastato, così sei arrivato tu e me ne hai dato uno nuovo.

  • L’anno del Miracolo – 20 febbraio

    L’anno del Miracolo – 20 febbraio

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    Avrai vergogna di mostrarti per quello che sei? Essere se stessi è forse una delle cose più difficili in assoluto. Ogni nostro atteggiamento è il frutto del filtro che gli altri mettono su di noi. “Si aspettano che li faccia ridere… Facciamoli ridere!” oppure “Se mi comporto così mi prenderanno in giro, evitiamo” e pian piano modifichiamo noi stessi.
    Certe volte in questo mi sento un maestro, tanto che mi chiedo “Ma io voglio davvero essere così?”. Mi viene in mente perché oggi ti vedo puro, senza i filtri di cui sopra, una pagina bianca che sarebbe un delitto sporcare. Inevitabilmente però cambierai. A volte magari per colpa mia.
    Per questo ti dico, fatti un favore, rimani te stesso finché puoi.