Autore: Raoul Scarazzini

  • L’anello

    Il ragazzo fece di corsa le scale. Non che l’ascensore fosse rotto, non che volesse tenersi in forma, ma la voglia di vederla era troppa e dopo una giornata come quella, prima arrivava quel momento, meglio era.
    I piani erano quattro ed arrivato al pianerottolo dovette riprendere fiato. Non sta bene avere il respiro grosso quando devi vedere la tua amata, pensò sorridendo.

    Anello
    Anello

    Sistemata la camicia che era uscita dai pantaloni nella foga della salita, si mise dritto con la schiena e fece i quattro passi che lo separavano dalla porta e, accertatosi che il respiro fosse finalmente calmo, suonò il campanello.

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  • Il salto

    Ogni anno al termine della scuola materna succede questo: i bambini all’ultimo anno ricevono un diploma insieme ad un cappello da laureando. Fatto di carta, beninteso, ma d’una importanza enorme.
    Quei due oggetti infatti segnano il passaggio alle scuole elementari, qualcosa che misurato con l’età dei protagonisti, che è intorno ai sei anni, rappresenta una svolta epocale.

    Salto
    Salto

    La cosa interessante in tutto questo è che dopo aver formato una fila, i laureandi devono andare a ricevere i due doni saltando una sorta di staccionata fatta di plastica.
    In quel salto è racchiuso il senso della vita. Esagerato. No,no, davvero.

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  • L’informatica si da all’ippica

    Lo ammetto. Mi guadagno da vivere facendo l’informatico. Mi piacerebbe fare tante altre cose, molte le faccio, ma essendo il lavoro prima di tutto un obbligo (quando si vuole far fronte alle proprie responsabilità) fare l’informatico mi permette di fare qualcosa di interessante nel tempo che passa tra una passione e l’altra.

    Server
    Server

    L’informatica si fonda su un concetto di rinnovamento costante, ogni tecnologia immessa sul mercato è già obsoleta. I manager delle grandi società queste cose le sanno, infatti organizzano costantemente conferenze, incontri ed eventi per pubblicizzare i nuovi prodotti.
    Ecco, sono stato ad uno di questi eventi. Ed è stato… per usare un eufemismo… Illuminante.

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  • Forza, venite gente…

    Sabato sera ho cantato e recitato. Si trattava di un musical sulla vita di San Francesco dal titolo “Forza venite gente”.
    Ho fatto la parte del diavolo tentatore. Mi ci ritrovo, non fosse altro perché è la figura più trasgressiva e sopra le righe dello spettacolo.

    Fioretti
    Fioretti

    Giusto per la cronaca mia moglie faceva la parte della morte… Quando si dice due spiriti affini. Ma sto divagando, non era di questo che volevo scrivere. Volevo scrivere di genitori. Ancora una volta.

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  • La cicatrice

    C’era una volta un giocatore di Rugby, era uno forte e piuttosto spericolato. Giocava in una squadra importante e riusciva a contribuire con costanza alle sue vittorie.
    Aveva tutto: la gioventù, la prestanza fisica e tanta voglia di fare.

    Cicatrice
    Cicatrice

    Un giorno però, quasi per caso, trovò uno specchio magico che consentiva di vedere il futuro.
    Non il futuro in generale, ma solo quello relativo a se stessi. Nel dettaglio, il proprio volto.

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  • L’Irlanda, il rugby e lo sport in Italia

    L’Irlanda ha vinto il sei nazioni di rugby. Non l’ha fatto in una maniera comune, ha fatto il “Grande Slam” che significa vincere tutte le partite del torneo, tale evento per gli Irlandesi non si verificava dal ’48, sessantuno anni fa. Pare un evento di cui bisognerebbe parlare almeno nei TG sportivi, invece nulla.
    Dal 2000, anno della nascita del sei nazioni, il Grande Slam è riuscito a quattro delle sei nazioni partecipanti: Francia, Inghilterra, Galles e Irlanda. La Scozia nel sei nazioni non ha mai fatto grandi slam, ma quando il torneo si chiamava cinque nazioni, sì.

    Irlanda
    Irlanda

    E l’Italia? Ah già, l’Italia.

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  • L’attesa

    Domenica sono uscito da messa. Uno dice, cosa c’è di strano? No, niente, era per precisare che la domenica vado in chiesa con costanza da circa trentanni.
    A messa c’è sempre tanta gente, non diresti mai che questa è un’epoca in cui le persone si stanno allontanando dalla religione. Soprattutto bambini, che stanno percorrendo il cammino dei sacramenti: chi la confessione, chi la comunione, chi la cresima e chi infine la professione di fede. Sono tanti, tantissimi. Se ciascuno di questi fosse accompagnato dai propri genitori la chiesa esploderebbe.

    L'attesa
    L’attesa

    Ok, la chiesa non esplode, ma è piena. Di bambini. E i genitori? Ah. Ecco di cosa volevo scrivere.

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  • La salita

    La borsa di Tokio ha fatto il botto, verso il basso. Non accadeva da ventisei anni, dicono. Non che sia un esperto, ma tant’è, dovunque ti giri vedi foto di facce depresse che si battono il petto e dicono che il momento non è mai stato così nero. E lo dicono al cellulare, magari quello che chiamano melafonino, che costa seicento euro, magari con un piano tariffario da più di trenta euro al mese, mentre guidano la macchina a cui hanno appena fatto il pieno e collegano l’accessorio bluetooth da trenta euro perché altrimenti guidare è pericoloso.

    Salita
    Salita

    No, no, aspetta un attimo, c’è qualcosa che non mi torna.

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  • Menu della sera: pasta riscaldata e gabbia delle scimmie urlatrici.

    L’altra sera ero davanti alla TV. Solo. Succede così quando ti alleni e torni a casa che devi ancora mangiare. E’ normale. Il popolo degli atleti è in realtà un grosso fan club della pasta riscaldata, ma diciamolo, ci va bene così.

    GF
    GF

    Ho avuto un’esperienza mistica. Questa è la cronaca di quello che ho visto.

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  • Jim Brickman e l’istruzione

    Jim Brickman è un pianista. Di quelli bravi. C’è un suo album che si intitola “Picture This” che è quanto di più ispiratore possa esistere. Chiariamo, stiamo parlando di un album di (praticamente) solo pianoforte. La voce c’è in una traccia verso la fine, ma per il resto a cantare c’è solo il pianoforte.

    Brickman
    Brickman

    Magari in alcuni pezzi c’è un Sax con cui la partitura si scambia, o dei violini di sottofondo, ma è tutta roba lieve, a farla da padrone c’è sempre il pianoforte.
    Ascoltare quest’album apre la mente e per certi versi stupisce, o quantomeno stupisce gente come chi scrive che identifica la musica come qualcosa in cui sia la voce al centro di tutto.
    E’ questione di prospettive, come sempre.

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