Autore: Raoul Scarazzini

  • Una domenica straordinaria

    Sono un rugbista, lo si sa.
    Quella cosa con la palla ovale la metto ovunque. Colpa di mio padre, che sotto sotto, mai dicendolo apertamente, ha sempre voluto seguissi le sue orme.
    Le strisce biancorosse, il Rho, a Rho. Lui capitano, io capitano, la volontà del padre. E’ destino.

    Rugby
    Rugby

    Poi però quest’anno qualcosa s’è incrinato. Più con le persone che con la palla ovale e le strisce biancorosse. Ed è per questo che ho deciso che questa sarà l’ultima stagione che gioco.
    Ma non è di questo che voglio parlare. Voglio parlare del fatto che questo è lo sport più bello del mondo. Ed oggi ne ho avuto la prova.

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  • Un pezzo di paradiso, all’improvviso

    Le cose arrivano quando meno te l’aspetti. Ci sono momenti in cui ti sembra di fare cose “normali”, quelle che chiamiamo routine e nel bel mezzo del naturale corso di queste cose arriva la rivelazione.
    Con l’altra parte di me (che poi sarebbe mia moglie), abbiamo seguito un corso per prepararsi al matrimonio. In teoria dovremmo già essere preparati perché siamo sposati da più di sette anni, ma eravamo lì in veste di aiutanti sul campo.

    Per tutta la vita
    Per tutta la vita
    (foto di Roberto Gazzetti)

    Per dimostrare che ce la si può fare ad arrivare a sette anche se tutti sembrano fermarsi a uno.

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  • 14 febbraio 2210

    Di certo il cielo non era coperto ad nubi nefaste e chiaramente non pioveva. Il sole brillava come non mai ed a detta di tutti era proprio una bella giornata.

    Sav Valentino
    Sav Valentino

    Se una qualsiasi persona matura cinquanta o sessanta anni prima fosse stata catapultata in questo futuro, in un giorno come questo, sarebbe rimasta shockata: niente meteoriti, esplosioni nucleari, invasioni aliene o quant’altro aveva rovinato la terra. Il progresso tecnologico non aveva influenzato il modo di vivere della gente se non in meglio ed i valori umani erano alti e soprattutto esistevano ancora, salvo le dovute eccezioni.

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  • Pace in terra

    La cosa bella del primo dell’anno è che se ti alzi presto, e se sei uno a cui di botti e cenone frega poco lo fai, non c’è in giro nessuno. Quasi nessuno s’intende, a parte quelli a cui di botti e cenone frega poco. In mezzo a quel silenzio e’ per certi versi facile mettere insieme gli eventi successi nell’anno.

    guerra
    guerra

    Uno dice, i pensieri li avrai fatti su quello che ti è successo, invece no, è stata un’esperienza macroscopica, che riguarda il mondo, guarda un po’. Più propriamente gli Stati Uniti, nella persona di Obama e la Russia, nella persona di Putin.

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  • Trasgressione a S.Vittore: il mio nome, il mio progetto

    A S.Vittore ci sono finito, da ospite, per cose mie. Era un po’ che volevo vedere da dentro questo posto, dopo essermelo fatto raccontare, dopo averlo visto ovunque via web ed essermelo immaginato, l’ho visto da dentro.

    Gabbia
    Gabbia

    L’incontro era organizzato dal gruppo della Trasgressione ed aveva come titolo “Il mio nome, il mio progetto”.
    Ecco cosa mi è passato nella testa.

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  • 2012: eppure fummo avvisati. Tutti.

    Prima a cena col Sò, una birretta, qualche video dello “Svarione degli anelli” su Youtube, i figli a nanna e poi, finalmente, via a vedere il nuovo, spettacolare, fantasmagorico, apocalittico, distruttivo, fantascientifico film di Eymerich.

    Duemiladodici
    Duemiladodici

    Ah no, quello era l’inquisitore malato di Evangelisti. Questo ha due emme: Emmerich.

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  • Il voto

    Il mondo sta cambiando. O forse no. Sta di fatto che a sei anni rischi di beccarti anche la prima interrogazione.

    Voto
    Voto

    Ed allora il dialogo (in chat, perché il mondo sta cambiando) nasce spontaneo.

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  • Ah Venezia!

    Sì sa, per chi gioca le domeniche libere son poche. E allora che si fa? Gita familiare: destinazione Venezia. La città dei dogi. Uno dei posti più romantici al mondo, il posto che forse più di tutti ci è invidiato dal mondo. Insomma, il presupposto è quello di vivere una bellissima giornata.

    Venezia
    Venezia

    Invece no. E non è perché il treno ha tardato mezzora a partire. Non è nemmeno perché il treno ha tardato due ore anche a tornare. Niente di tutto questo: Venezia è una puttana d’alto borgo.

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  • Il placcaggio

    La figlia entrò in casa salutando tutti tranne suo padre che come ogni giorno a quell’ora stava seduto sul divano a leggere il giornale. Gli si pose davanti, con le braccia sui fianchi. Al padre quella visione ricordò quando la donna era ancora una bambina ed imitava sua madre in quella posa per dare importanza ad un concetto esposto.
    “Glielo hai fatto vedere ancora!” disse lei.
    Il padre fece una smorfia di disapprovazione.
    “Ho fatto vedere cosa a chi?”

    Placcaggio
    Placcaggio

    La figlia a quelle parole inarco il sopracciglio e continuò sprezzante “Non fare il finto tonto, sai benissimo che mi riferisco a mio figlio e sai benissimo cosa gli hai fatto vedere!”
    L’uomo distese lo sguardo e cercando , con difficoltà, di farsi più serio che poteva riprese “Mi dispiace ma non ti seguo, cosa avrei fatto vedere a mio nipote?”
    “Accidenti papà, quando fai così!” ed allargate le braccia le fece cadere sui fianchi provocando un battito che fece balzare l’uomo ed urlò “Lo sai benissimo, il Rugby!”

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  • I navigatori, gli auricolari e la pace nel mondo

    Lo so che certe volte scrivo titoli criptici. Questo è uno di quelli, me ne rendo conto, ma i pensieri su queste cose sono come la pallina di un flipper. Sei lì per strada, vedi una cosa e parte la pallina che rimbalzando nel cervello scatena un pensiero che viene rimbalzato a sua volta dall’altra parte. Dai a chi non succede?

    Auricolare
    Auricolare

    Come sempre, provo a spiegare. Per strada oggi ho visto in fianco a me un signore che con una mano teneva la cartina di Milano davanti a se e con l’altra smanettava sul navigatore satellitare. Con cosa teneva il volante, direte, ma non è questo il punto. E non è nemmeno la prima domanda che mi è venuta in mente.
    Quel tizio mi ha ricordato le persone che ogni tanto mi capita di vedere in giro che usano l’auricolare per parlare telefonino: per definizione quell’accessorio dovrebbe servire per tenere le mani libere mentre si parla al telefono.
    Invece no.

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