Tua madre è giù di corda. Una dottoressa deficiente le ha detto che non pesi abbastanza e lei è andata in crisi. Anche se vuol far la mamma esperta è bastato questo per farle mettere in discussione tutto. Quello e… Beh, gli ormoni post parto che giocano brutti scherzi alle povere neo mamme.
Io son convinto che tu stai benissimo, hai un bel faccino. Mangi, dormi e fai già un mare di cacca!
Mi ci identifico sai nella tua mamma… Fuori vieni visto come un superman presuntuoso, dentro invece sei una cristalleria.
Eppure fidati, non potevi avere una mamma migliore.
Autore: Raoul Scarazzini
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L’anno del miracolo – 28 aprile
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L’anno del miracolo – 27 aprile
Uno dei dubbi principali che mi vengono in giornate come questa riguarda il se “ne vale la pena”. Oggi è domenica, e la domenica, da che mondo e mondo, io gioco a Rugby. Non lo sai, ma a casa il rugby è un po’ dappertutto. Tuo nonno ci giocava, tuo fratello ci gioca. Io anche. Da sempre.
Il problema è che la domenica sera è un disastro. Son sempre tutto rotto. Allora mi chiedo se non sarebbe meglio piantarla, pensare che a trentacinque anni “è ora”.
La mamma se lo meriterebbe.
Solo che lo vedrai, quando poi entri in campo l’erba poi ha un profumo… -
L’anno del miracolo – 26 aprile
Mentre tua sorella celebrava la sua preadolescenza con le amiche della pallavolo e tua madre andava (già) a lavorare, è toccato a me e tuo fratello curarti questa mattina.
Tuo fratello fremeva perché gli avevo promesso saremmo andati a giocare insieme con i LEGO. Devi sapere che ne abbiamo un box pieno, sono una delle mie grandi passioni.
Nonostante non ce la facesse più è stato molto premuroso, ti ha spinto tutto il tempo. Certe volte penso sia troppo buono per questo mondo, ma quando gli dico così lui mi dice che forse va bene.
Non c’è nulla di male, papà.
Tuo fratello è così. -
L’anno del miracolo – 25 aprile
In tutto il mondo oggi si festeggia la liberazione di qualcosa. Qui in Italia il 25 aprile celebriamo la liberazione dall’occupazione nazista. E’ una festa nazionale. Quando andrai a scuola ti piacerà ancora di più, perché starai a casa.
C’è però una ricorrenza più bella di cui ti voglio raccontare oggi, è quella celebrata da un amico.
Scrive così: “L’unica vera liberazione che ho da festeggiare il 25 aprile è quella dalla prigionia di non essere padre”.
Puoi cominciare a misurare l’amore di un papà partendo da qui. -
L’anno del miracolo – 24 aprile
Oggi hai fatto la tua prima uscita pubblica. E’ incredibile vedere come ogni neonato susciti negli altri una sorta di effetto calamita. Basta girare con la carrozzina che tutti, anche quelli che non conosci poi così bene, iniziano a gravitarti intorno.
Tutti a fare smorfie con la faccia ed a dire “Ooooooh” (aggiungi quante più “o” riesci), “Ma che bello!”.
In genere sono frasi di circostanza, le dicono anche ai bambini brutti (e fidati, ce n’è), ma oh, devo dire che tu sei proprio bello. -
L’anno del miracolo – 23 aprile
Un giorno mi chiederanno: “Mentre io a ventitré anni abbandonavo tutto per andare in Germania a provare una nuova esperienza lavorativa, tu cosa stavi facendo?”.
Io risponderò “Un figlio”.
Poi magari qualcun altro mi dirà: “Ma mentre io a ventisei anni andavo a fare il giro del Sahara in moto tu cosa stavi facendo?”.
Io risponderò ancora “Un figlio”.
“Ma quando io a trentacinque anni investivo tutto nella società della mia vita, tu cosa facevi?”.
Risponderò ancora “Un figlio”.
E’ molto probabile che a questo punto lo sguardo di queste persone diventi un misto di superiorità e compatimento. In quel momento penserò alle mattine di Natale. -
L’anno del miracolo – 22 aprile
Finalmente sei arrivato a casa. Devo ammettere che le scorse volte è stato forse più complicato. Stavolta era tutto pronto, tua madre fa scuola in questo senso. E’ tutto organizzato, non si lascia nulla al caso. Il problema viene semmai quando l’organizzazione mostra il fianco a un imprevisto, e lì i piani fanno acqua, ma beh, di questo parleremo poi.
Ad ogni modo questa è casa tua. Siamo io, te, tua madre, tua sorella, tuo fratello (sì, non sei solo!), un cane e un gatto.
Ne sono convinto, non ti annoierai.
Benvenuto a casa. -
L’anno del miracolo – 21 aprile
Intorno è tutto frastuono. Quando sarai grande potrai ascoltare “New kid in town” degli Eagles. È una canzone che parla di come le novità rendono tutto frizzante. Pensa poi ad una novità che in realtà è un bambino.
Dice la canzone che tutti ti stanno guardando e anche i tuoi amici ti trattano in maniera diversa.
È proprio così.
Allora aspettiamo che il frastuono finisca, quando tutti saranno impegnati a guardare da un’altra parte perché la novità non sarai più tu.
Sarà allora che potremo goderci il momento. -
L’anno del miracolo – 20 aprile
Avevo promesso a me stesso che questa volta sarebbe stato diverso. Diamine, ci sei già passato. E’ la terza volta.
Invece niente. Sentire tua mamma che urla mi prende come il male d’orecchi. M’azzoppa. Vederti arrivare, e sentire che quelle urla non c’erano più è stato liberatorio.
Allora ho pianto.
È stata la terza volta in quindici anni. Da che io me ne ricordi. Conservi già un primato, devi andarne orgoglioso.
Al di là di tutto poi, benvenuto, figlio mio.
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L’anno del miracolo
Esattamente due anni fa intorno a quest’ora prendevamo la strada per l’ospedale, un pancione gonfio, qualche dolore, tantissime aspettative.
Di lì a poco saresti nato tu, il nostro terzo figlio.
Il giorno del nostro anniversario di nozze e, pensa un po’, anche il giorno di pasqua.
La giornata ci ha colto all’improvviso, come un acquazzone sorprende dei campeggiatori. E’ tutto preciso, ma poi arriva il vento, la pioggia e ti ritrovi in fretta e furia a picchettare le tende.
La sera poi, quando la tempesta si era un po’ calmata e tutto era tornato tranquillo, ho aperto il mio blocco degli appunti e ci ho scritto un pensiero su di te.
Lo stesso ho fatto il giorno dopo, e quello dopo ancora.
E così è passato un anno. L’anno del miracolo.
E’ vero, mettere insieme i trecentosessantacinque pensieri ha richiesto un altro anno, ma ora, infine, ci siamo.
Tutto è nato come un lavoro personale, più specificamente un regalo per te, semplicemente qualcosa da leggere e su cui ridere quando sarai grande.
Ma il fatto è che dentro questi pensieri ci sono tutti i genitori del mondo, tutte le persone che quando hanno avuto di fronte il loro figlio non hanno potuto dir nient’altro che “questo è un miracolo!”
Ah, giustamente, buon compleanno!