Stasera mentre mangiavi (per ben due volte) dal seno di tua madre abbiamo visto il film “Sette anni in Tibet”. Spero un giorno tu lo possa vedere, parla di un viaggio e di una guerra che avviene sia in un paese, sia dentro a una persona.
Ad un certo punto una ragazza spiega perché la cultura tibetana è diversa da quella occidentale (ossia la nostra). La seconda, dice, si spinge in avanti, si basa sull’ego. La prima invece lo rifugge, perché l’ego è nemico della pace.
Credo che questa sia una lezione importante da capire, ricordalo, l’ego presuppone lo scontro, gli scontri ti allontanano dalla pace. La pace è ciò di cui hai bisogno.
Autore: Raoul Scarazzini
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L’anno del miracolo – 08 maggio
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L’anno del miracolo – 07 maggio
Poco fa io e tua madre abbiamo parlato mentre ci stavamo per addormentare. Sono giorni complicati per me. Lo sono sempre un po’ tutti, come per tutti, ma oggi lo sento di più. Fatto sta che le ho chiesto “Ma tu come fai ad amarmi con tutti i difetti che ho?”.
Mi ha risposto “Io amo anche quelli”.
Poi mi ha chiesto “tu li ami, i miei difetti?”.
Le ho risposto “Io amo te.”.
Molti cercano di spiegare cosa sia l’amore ed alcuni fanno i professori, ma io credo che l’amore sia esattamente quello che ti ho appena descritto.
Ricordalo, il frutto di tutto questo sei stato tu. -
L’anno del miracolo – 06 maggio
Lavorare è complicato. Quattro anni fa mi sono messo a lavorare per conto mio e da allora è stato tutto un rincorrere la vita. Quando appena passati i trentanni con due figli fai una scelta del genere o sei molto coraggioso o sei un pirla.
Non so a quale categoria appartengo, quello che so è che sto vivendo costantemente con l’angoscia di dimostrare che valgo. A chi? Non lo so. A chi mi fa lavorare, agli amici, ai parenti, a tua mamma.
Eppure, più vado avanti e più mi rendo conto di quanto questo sia un atteggiamento sbagliato. Accetta questo consiglio: non vivere per dimostrare qualcosa a qualcuno, vivi per vivere. Meglio che puoi. L’ho capito a trentacinque anni, non perder tempo anche tu. -
L’anno del miracolo – 05 maggio
Ieri ti raccontavo dell’atteggiamento di tuo fratello verso lo sport, oggi ho pensato invece a tua sorella. Pallavolista, la ragazza. Leader, in tutto e per tutto, trascina la gente ed è testona. Difficile che non si faccia come dice lei. Lo hai già capito da te: siamo molto, molto simili.
Rispetto a tuo fratello ha il problema opposto: gioca meno di quanto vorrebbe. Avverte una certa disparità nel modo in cui viene messa in campo rispetto alle compagne. Così scattano le frasi di circostanza: “chiedi perché all’allenatore”, oppure “porta pazienza”, e intanto dentro friggo.
Perché lo sport è una cosa seria, che voi bimbi dovete gestire da soli ed in autonomia. Noi genitori guardiamo e dobbiamo starne fuori. Ma, diamine, siete carne della nostra carne… Come si fa?
Insomma, manchi solo tu all’appello. Chissà che sport farai, chissà in che modo.
Fortunatamente però al momento più che uno sportivo sei… Una palla. -
L’anno del miracolo – 04 maggio
Oggi ho portato tuo fratello ad uno di quei tornei di rugby che si chiamano “concentramenti”. Mille mila genitori a guardare mille mila figli giocare, ognuno con le sue aspettative, me compreso.
Tuo fratello è uno nel suo mondo. Non riesco a capire se è entusiasta di questo gioco. Gli dico “stai vicino alla palla, che ti diverti di più!”, ma lui ha la sua filosofia. Dice “a me va bene così!” e tira dritto, non gioendo eccessivamente per una vittoria e non disperandosi mai per una sconfitta.
Perché te lo sto raccontando? Perché certe volte mi viene l’atroce dubbio che sia lui, e non io, ad aver capito cosa significhi fare sport. Pensaci. -
L’anno del miracolo – 03 maggio
Stamattina gita in biblioteca tutti insieme. Ormai a vederci sulla strada sembriamo una combriccola di paperotti. Lato tuo, più ti si porta in giro, più stai tranquillo. Mamma regge il carico notturno, pare, senza colpo ferire. Certe volte mi chiedo come fa. A fine serata sei rimasto con me sul divano. Non si capisce ancora se vedi qualcosa con quegli occhietti, oppure in realtà stai cercando di far luce in una confusione di colori e sfocature.
Certo è che il sole non ti infastidisce, anzi, sembra proprio tu gli dica “baciami”, ed il sole si sa, bacia i belli… -
L’anno del miracolo – 02 maggio
Stasera l’allenatore mi ha detto che domenica faccio picche. Ergo non sono convocato, la spalla non da sicurezza. Ed ha ragione al cento per cento.
Tua madre mi ha detto “e doveva dirtelo lui?”, ed ha ragione al cento per cento.
Han tutti ragione al cento per cento, solo che mi girano le balle, io avrei giocato lo stesso.
Giusto? Sbagliato? E chi lo sa.
Posso dirti solo che per quanto riguarda la tua vita non ci saranno spalle, gambe, braccia o altro a tenermi fuori. Giocherò sempre e comunque. Ed ho ragione al cento per cento. -
L’anno del miracolo – 01 maggio
Oggi prima uscita comune: un successo. Ma, ancora una volta, tua mamma aveva ragione. Abbiamo comprato una macchina troppo piccola. Ormai siamo in tanti, senza nemmeno contare cane e gatto che oggi non c’erano. Il fatto è che io di macchine e motori non capisco nulla, ho scelto la macchina più bella esteticamente, che ci vuoi fare…
In ogni caso, zoo safari. Tuo fratello esaltato, tua sorella al telefono, abbiamo visto animali, giostre, fatto tanto ridere. Vuoi sapere di te? Non pervenuto. Sei stato bravissimo anche al ristorante in riva al fiume. Uno spettacolo. Portaci la tua fidanzata quando sei grande. -
L’anno del miracolo – 30 aprile
La mamma non è più in crisi. Dici, come? Dopo solo un giorno? Te l’ho detto che gli ormoni delle mamme fanno scherzi. Resta il fatto che ha parlato con una persona al consultorio la quale le ha detto come con te vada tutto benissimo.
Cresci bene, sei bello, sano e soprattutto devi ciucciare quando e come vuoi. Così la mamma si è rasserenata ed era tutto un sorriso. Aggiungi che per via della spalla ero a casa dagli allenamenti… Tipo… una gran bella giornata. -
L’anno del miracolo – 29 aprile
A proposito del rugby di cui ti parlavo, ieri sono stato dal nostro amico fisioterapista per farmi dare un’occhiata alla spalla, che fa un male boia.
Lui che è il mio massaggiatore/osteopata/stregone ha detto che la spalla non ha nulla di rotto. Praticamente ho preso solo una botta.
Mi ha detto anche che se il simpaticone che mi ha tirato la ginocchiata avesse mirato più in su, sarei finito in ospedale.
Domenica prossima giocherò? Non giocherò? Chi lo sa. Una cosa è certa, appena entrato in casa ho subito misurato il fatto di poterti tenere in braccio. Tutto a posto. Andrà bene.