Tua sorella cresce ed ogni giorno le occasioni di scontro aumentano. Ha la testa dura (la mela non cade lontano dall’albero) ed è nella maniera più assoluta determinata. Quindi, nella sostanza, complessa. Eppure nonostante questo sta fiorendo. Ride spesso, ha voglia di fare, di vivere, di leggere. Vedervi crescere mi invecchia ogni giorno un po’, eppure sebbene questo sembri un po’ negativo, mi da anche pace, soddisfazione. Lei che esprime con coscienza un’opinione, tuo fratello che chiede il significato di tutto, tu che inizi ad afferrare le cose con le tue manine. Non sembra poi male come quadro, che ne dici?
Autore: Raoul Scarazzini
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L’anno del Miracolo – 03 ottobre
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L’anno del Miracolo – 02 ottobre
Se ieri lo stupore era tanto per averti vissuto nella tua forma angelica serale , ti lascio immaginare oggi. Due su due. Due sere che mamma esce, due sere che tu, senza battere ciglio, ti metti a letto e dormi quasi subito. Piccolino, riuscissi a sistemare i risvegli notturni che sono ancora un numero esagerato, potresti ambire al premio “bimbo dell’anno”. Ma certo, dalla vita non si può mica avere tutto. Prendi quello che c’è. Quindi io mi prendo queste due sere benedette e penso che, anche grazie a te, vivere è bello. -
L’anno del Miracolo – 01 ottobre
Questa poi… Dopo stasera le ho viste tutte. Mamma che esce, io, tua sorella e tuo fratello terrorizzati all’idea di passare una serata da incubo e tu, ancora una volta che stravolgi i piani. Non solo fai il bravo e sei tutto un sorriso, ma ti addormenti senza colpo ferire e, senti senti, a pancia in su.
C’è un detto che spiega come per far andar le cose bene bisogna pensar male, ma qui si rasenta il ridicolo. Insomma, una serata perfetta, fatta di quei momenti che ogni tanto ci vogliono. Peccato che la mamma non abbia potuto goderseli. Ma va detto: ogni giorno che passa sono sempre più fiducioso per il futuro. -
L’anno del Miracolo – 30 settembre
C’è bisogno di positività. Di buoni sentimenti. Questa sera sentivo il telegiornale, sono anni che stiamo vivendo questa “crisi”. Non so cosa rimarrà di tutto questo quando sarai in grado di capire. Per noi che lo viviamo sembra di stare in una gabbia di matti: ci sono enormi problemi a trovare soldi eppure il telegiornale di cui ti parlavo non ha fatto che descrivere gli sprechi. Tutti a scuotere la testa, tutti a dire che così non va.
Ci vuole positività. Basterebbe che il mondo si svegliasse ogni mattina con davanti il tuo volto sorridente ed il giorno sarebbe già più bello. -
L’anno del Miracolo – 29 settembre
“Mi metti a posto il telefono?”
“Mi spiace, ho entrambe le mani occupate”
Questo è lo stralcio di un dialogo che io e la mamma abbiamo avuto stasera. Avere entrambe le mani occupate. Non è una figura retorica, è un dato oggettivo. Da che sei arrivato tra noi non ci si trova mai con le mani in mano e, come ti ho già scritto, molte volte ci si chiede “Ma chi ce lo ha fatto fare?”. Potevamo avere mani costantemente vuote, ora invece tengono in braccio te. -
L’anno del Miracolo – 28 settembre
Più vedo tua sorella e tuo fratello crescere, più aumenta la mia curiosità nel vedere come sarai tu. Il tuo carattere, il tuo porti nei confronti del mondo. In casa oggi abbiamo un diamante dai mille riflessi ed una sfera trasparente. Se li hai conosciuti un pochino sai già chi è chi. Ma invece tu? Sarai uno dai mille perché? Sarai uno da “lasciatemi stare”? Pian piano stai uscendo da bozzolo dell’oggettino che dorme/mangia/piange e sto capendo alcune cose. Ti piace la gente che guarda, ti piace ridere, ti piace la musica. Poi come sarà? Più di tutto, spero ti piacerà vivere. -
L’anno del Miracolo – 27 settembre
Mamma che sonno, figlio mio. Questi tuoi continui risvegli ci devastano. Davvero faccio fatica a capire come mamma resista a dei ritmi simili. Certo è che le mamme sono fatte di una sostanza che non si può sintetizzare. Dev’essere una cosa tipo un super potere. La super resistenza. Ogni mattina, comunque vada la notte precedente, mamma si tira su dal letto e si da una spinta per iniziare la giornata. Secondo me, per rendere più credibile Wonder Woman dovrebbero disegnarla con un bimbo in braccio. Aspetta, vuoi vedere che la Madonna… -
L’anno del Miracolo – 26 settembre
Questo libro si intitolerà “L’anno del Miracolo”, ma avrebbe potuto intitolarsi “365 motivi per cui mio figlio mi ha salvato la vita”. Perché questo hai fatto. Ti ho voluto, ti ho cercato, ho convinto mamma. Perché la vita stava prendendo il sopravvento e allora come un naufrago ho cercato un appiglio, qualcosa con cui salvarmi.
E sei arrivato tu. Con questa zattera ho vissuto uragani, tempeste, soleggiate, caldo, freddo. Di tutto. Con la certezza di non affondare più. La consapevolezza che le tue manine mi hanno sorretto, dato fiducia e garantito che questa vita, con tutto il suo bene e tutto il suo male, è valsa a qualcosa. -
L’anno del Miracolo – 25 settembre
Oggi ho ricevuto un complimento da parte di una persona, assolutamente disinteressata, che ha letto il mio libro. Sai scrivere, mi ha detto. E’ stato gratificante.
Non so se tu sceglierai di fare qualcosa di artistico nella tua vita. Nel caso, ti accorgerai prestissimo che senza la costanza, la dedizione e, più di ogni altra cosa, la determinazione, ogni progetto sarà impossibile da finire. Perché di buontemponi che dicono “Cosa ci vorrà mai!” oppure di critici che dicono “Avresti dovuto far così” ne è pieno il mondo. Di quelli che fanno invece ce n’è pochi. E fare non vuol dire piacere, sia chiaro. Significa solo che dopo un complimento, ripensando alla fatica, uno può pensare “Ne è valsa la pena”. -
L’anno del Miracolo – 24 settembre
Hai presente quelle sere di cui ti ho scritto, quelle in cui tu facevi strilli ed urla ed era complicato gestirti? Hai presente che alla fine di ogni pensiero scrivevo comunque che tu eri la cosa migliore che poteva capitarci? Questa sera, immagina cosa possa aver significato per me, tra le mie braccia sei stato un angelo. Abbiamo iniziato con musica movimentata, roba da bimbi, sigle di cartoni, cose da ridere. Poi mamma ha detto “E chi lo calma questo, ora?”. “Ci penso io” ho detto. Ed alla fine ci hanno pensato gli Eagles. E ti ho cantato per tutta la sera, tu lì, tra le mie braccia a goderti lo spettacolo. Quale miglior momento per cantarti che “quando avremo fame l’amore ci terrà vivi”?