La canzone di tuo fratello non può essere che “Imagine” di John Lennon. Sia per il testo che per il ritmo quella canzone veste tuo fratello come un abito su misura. La pacatezza di accettare le cose come sono, con un sincero animo pacifista. Gliel’ho detto sai? E lui mi ha chiesto il perché. Si aspettava una canzone rock, più movimentata, e ci è rimasto un po’ male. Invece gli ho detto che lui è così, non ci può fare nulla.
E’ da ieri che continua ad ascoltarla.
Autore: Raoul Scarazzini
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L’anno del Miracolo – 20 gennaio
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L’anno del Miracolo – 19 gennaio
Oggi ho inventato un gioco. Ho pensato di associare a ciascuno dei miei figli una canzone. Sono partito da tua sorella a cui ho appioppato “Teenage Daemon” dei Foxy Shazam. Una canzone rock che parla di una ragazzina che fa perdere la testa ad un ragazzo e gli fa fare cose fuori dall’ordinario.
Esattamente ciò che è stata tua sorella per me. La prima vera rivoluzione del mio cuore, in salsa rock, ovviamente. -
L’anno del Miracolo – 18 gennaio
Nutri un interesse particolare per la mia linguaccia. Infatti, quando ti tengo in braccio, se ti faccio una pernacchia il tuo sguardo diventa subito interessato. Allora poi tengo fuori la lingua e le rotelline del tuo cervello iniziano a girare. Sei lì che pensi: cos’è sta roba? E’ sempre il papà oppure è una cosa come quella pelosa che con la coda mi dice miao? O almeno è quello che leggo nei tuoi occhi…
Devo però sempre misurare bene questi pensieri, perché se mi distraggo allora mi afferri la lingua e ci affondi dentro le tue piccole dita comprensive di unghie tipo, appunto, gatto.
Sono dolori sai, ma del resto sei qui per scoprire… -
L’anno del Miracolo – 17 gennaio
Svegliarsi la mattina alle sei, accorgersi che è sabato o domenica, e pensare che riposerai di pomeriggio. Ci fossi riuscito una volta. Prendi oggi pomeriggio, mamma dice “Esco, lui dorme, di solito dopo mezzora si sveglia, lo riaddormenti e poi va avanti per un’altra ora”. Detto fatto. Ha chiuso la porta e ti sei svegliato dopo cinque minuti esatti.
Io la storia della bicicletta la so. L’ho voluta e adesso pedalo. Però ragazzo, quando tu sarai grande ed io un vecchio senza sonno metterò un promemoria alle 14:30 della domenica. E sì, ti chiamerò solo per chiedere “Come va?”. -
L’anno del Miracolo – 16 gennaio
La mia generazione non è stata una generazione di nativi digitali. A qualcuna delle persone della mia età fa specie vedere in giro tutti con il telefono, pardon, smartphone. Tutti ce l’hanno, a volte anche più di uno. E tutti non ne possono fare a meno, io per primo.
Eppure mi rendo conto di come in realtà tutti siamo schiavi di questo essere sempre aggiornati. Su ciò che accade, su dove stanno le persone. Tutto a portata di messaggio. Come sarà la tua generazione? Passerete anche voi più tempo a mandare messaggi piuttosto che parlare? Ho gli incubi su queste cose. Sarà per questo che queste righe te le sto scrivendo a penna? -
L’anno del Miracolo – 15 gennaio
Bloccato in aeroporto per varie ragioni, la principale è che quando vado in giro sono goffo, arrivo in anticipo, ma poi perdo l’aereo, sbaglio il gate, non trovo i documenti. Sarà per questo che odio tanto andare in giro? Chi lo sa. Fatto sta che ho sostato per quasi 5 ore nell’area delle partenze.
Quante lacrime, abbracci, storie di persone che magari non si vedranno più per lunghissimi periodi. Come li capisco.
Sono stato via un giorno, ho avuto la possibilità di dormire una notte intera senza le tue sveglie. Quante ore effettive ho dormito? Quattro, scarse. Aspettami, sto arrivando a farmi svegliare. -
L’anno del Miracolo – 14 gennaio
Riguardo alla felicità, mi chiedo a cosa sarai disposto a rinunciare per essa. E parlo di una felicità piena, senza compromessi.
Sembra strano pensare di rinunciare a qualcosa per essere felici, eppure se pensi all’ambizione, il potere ed anche le libertà che ti concedi, potenzialmente, ottenendo queste cose potresti trovarti lontano dalla felicità che stai cercando. Perché? Per via dell’attaccamento al superfluo. Ed è complicato distinguerlo dal necessario.
Posso provare a darti un consiglio, sebbene forse io non sia sempre così lontano dal superfluo. Tutto ciò che continua nel tempo è essenziale. E l’essenziale porta felicità. Può bastare per essere felici? -
L’anno del Miracolo – 13 gennaio
Cose che mi hai insegnato: la felicità viene prima di tutto. Parlo di felicità sincera, non di un sentimento artefatto. Esempio di felicità artefatta: porsi un obiettivo, raggiungerlo e dire che sei felice. Esempio di felicità sincera: riflettere sul cammino fatto e pensare che indipendentemente dal raggiungimento o meno dell’obiettivo ti senti felice.
La differenza è sottile ma sostanziale, la felicità non può dipendere dai risultati delle partite che scegli di giocare. Perché quello che vuoi essere e quello che sei sono due cose ben distinte.
Ogni volta che ti guardo sembri chiedermi: Papà, ti senti felice? -
L’anno del Miracolo – 12 gennaio
Sono successe cose brutte nel mondo in questi giorni. Dei terroristi sono entrati nella redazione di un giornale satirico ed in nome dell’Islam hanno commesso una strage. Mi sono chiesto tante volte: sono una persona tollerante? Lo sarai tu? Se ce lo chiedono diciamo sempre tutti “Certamente”, poi basta che uno davanti a noi al semaforo non parte abbastanza in fretta e lo insultiamo.
Il tuo arrivo ha portato pace in me e forse sono più tollerante di prima, ma è sempre una partita complicata. Continua a cambiarmi, ti prego. -
L’anno del Miracolo – 11 gennaio
Oggi hai avuto il tuo primo incidente: caduta dal letto. La radiolina che ti curava in teoria c’era, ma per qualche ragione ci siamo accorti che eri sveglio solo al bada-bum.
Corsa disperata per le scale, ti ho raccolto mezzo cappottato da terra. La faccia in lacrime e la bocca piena di sangue: i tuoi dentini hanno colpito! Un bello spavento, ma sostanzialmente nella norma. Consideralo un dolore della crescita.
Chissà se ti servirà di lezione per stare un po’ più fermo e meno agitato… Io scommetto di no.