Cose che mi hai insegnato: pensare di farcela da soli è da sciocchi. Solo il vedere come io e la mamma ti stiamo gestendo fa apparire estremamente chiaro il concetto che l’unione fa la forza.
Funziona anche nel lavoro, più che mai. Pensare a tutto da soli ti ammazza. Meglio fissare con attenzione i problemi e dividere il carico con chi sai che ti sarà d’aiuto. Come io e mamma con te. Come dici? Cosa fai se non hai nessuno con cui dividere il carico? Non lo so, figliolo, o hai sbagliato lavoro o quel qualcuno lo devi cercare. Il mare è pieno di pesci…
Autore: Raoul Scarazzini
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L’anno del Miracolo – 30 gennaio
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L’anno del Miracolo – 29 gennaio
Cose che mi hai insegnato: il valore delle cose dipende dall’occhio di chi le guarda. Perché me lo hai insegnato tu? E’ semplice, se misuri il valore di una vita rispetto ad un’altra, finirai sempre per trovare disavanzi. Lui ha di più, io ho di meno… Esercizi di stile che non servono a nulla.
Con te i confronti non servono più. Come una pagnotta che lievita in un panno, la tua presenza non fa pensare a misure, confronti o altro. Riempie, e basta. Questione di lievito, come per il pane. -
L’anno del Miracolo – 28 gennaio
Essere felici è difficile. Uno ti guarda, ti vede sorridere, e pensa che sia una cosa naturale. Io credo sia nella natura umana. Anche se la prima cosa che si fa venuti al mondo è piangere.
L’unico che non ricordo di aver sentito piangere è tuo fratello, ma questa è un’altra storia. Il concetto è che se piangere è naturale, bisogna scegliere di ridere una volta che si diventa grandi. Ricordati che è più facile ridere se hai di fianco gente che ride.
Perciò fai attenzione alle persone di cui ti circondi. Non si può ridere tutti i giorni, ma ti auguro di avere sempre un giorno di sorrisi in più rispetto a quelli tristi. -
L’anno del Miracolo – 27 gennaio
Il mio augurio per la tua vita, per l’uomo che sarai, è che tu sia un uomo dalla parte dei buoni. E’ complicato, non ti dico bugie. E’ difficile tenere una linea di comportamento coerente, perché inevitabilmente finirai per scontentare qualcuno.
Non so trovare consigli in questo senso. Posso solo dirti come il tempo che ci metterai ad addormentarti la sera ti dirà se la tua giornata è stata buona o no. Una coscienza sporca ci mette molto tempo a trovare la posizione giusta per dormire.
Certo che se avrai un ranocchietto come te in giro, non ti preoccupare, stare svegli sarà del tutto normale. -
L’anno del Miracolo – 26 gennaio
Tu e il pane. Un amore nato al primo sguardo. Sei un mangione e ti piace tutto, va detto, ma per il pane hai una vera passione. Prendi stasera: eri un po’ irrequieto a tavola, prendi questo, prendi quello e poi il tuo sguardo cade sulla pagnotta. L’hai afferrata con tutte e due le mani e gnam! Un morso dopo l’altro ti sei fatto strada. Dimenticandoti di tutti. Sto pensando di usare il pane per calmarti quando ti svegli la notte.
Scomodo, ma efficace. -
L’anno del Miracolo – 25 gennaio
Tentativi di salvezza: riportarti in camera con noi a dormire. Sono quattro notti che lo abbiamo fatto e, sebbene i tuoi risvegli siano sempre gli stessi, sei più a portata di mano e quindi gli interventi sono più chirurgici. Ti svegli, mamma dice “Tienilo che preparo il bibe” ed in cinque minuti il gioco è fatto.
Cosa è cambiato rispetto a prima? Tua sorella e tuo fratello dormono sicuramente meglio, la mamma è un pochino meno stanca.
Tu però a cambiare ancora non ci pensi. Che testa! -
L’anno del Miracolo – 24 gennaio
Devo essere sincero, aspetto il weekend sempre con una certa trepidazione, ma quelli come questo di più, perché quando non ci sono allenamenti, partite e altri impegni vari puoi pensare di vivere la vita come viene, finalmente.
Dire ad esempio “Andiamo là dove fanno i pasticcini buoni”, oppure andiamo a trovare tizio che non vediamo da tanto. E si va, insieme, un blocco di persone chiamato famiglia che si muove. La tua famiglia. La cosa più fedele al concetto di paradiso. -
L’anno del Miracolo – 23 gennaio
Ci vuole fegato a non vergognarsi di essere felici. So che sembra una frase strana, ma quando tutti intorno ti guardano e dicono “Va che bella famiglia” certe volte ti senti quasi in colpa. Ti viene quasi da usare il basso profilo. Invece quell’impeto che suggerisce la tua presenza, quel battito di cuore che fa esplodere di vita tutto intorno non va ignorato.
Il mondo deve sapere, deve capire che il tuo sorriso, a noi, ha cambiato la vita. -
L’anno del Miracolo – 22 gennaio
Questa sera a tavola la scena è stata solo tua. Hai presente la canzone di cui ti ho parlato? Quello spiritual “Scendi Moses” che ti piace tanto. Bene, visto che ti stavi agitando io, tua sorella e tuo fratello te l’abbiamo cantata. Dopo poco mamma mi ha fatto notare che stavi cercando di muovere le labbra anche tu. Meraviglia delle meraviglie, quando abbiamo cantato il ritornello ad un certo momento ci siamo fermati e tu, da solo, hai cantato. Cantato, non scherzo.
Ti auguro una vita piena di musica. -
L’anno del Miracolo – 21 gennaio
Infine, la tua canzone. In questa fase della tua vita, in questo momento in cui le notti si sovrappongono ai giorni e ogni respiro è uno sbadiglio, quando dovrei essere arrabbiato e invece un tuo sorriso mi cambia la giornata… Insomma, viverti è come stare su un otto-volante. Quale altra canzone potrebbe descriverti meglio di “Bohemian Rapsody” dei Queen?
E se ti stai chiedendo il perché, ora che leggi queste righe, il motivo è uno di questi due: o non hai mai sentito questa canzone (corri a farlo) oppure sei molto, molto, molto cambiato.