Se fino ad oggi le canzoni descritte in Ardo erano sotto intese, accennate, ma con un netto aiuto per capire di cosa si stesse parlando, Rebel Heart dei Corrs fa storia a se. Non c’è un aiuto che faccia capire che la canzone sia questa. Viene solo indicato come “Gli strumenti erano quasi certamente un flauto ed un violino e la melodia che suonavano aveva un sapore Irlandese.”
Tutto qui. Eppure quella canzone è “Rebel Heart”.
Per dirla in sincerità, In blue non è niente di speciale.
O meglio, è un album pop nel senso più pop del termine.
E’ anche l’album che ha venduto di più nella storia della band.
Va aggiunto anche che è arrivato al numero uno in un mucchio di paesi.
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Ok, dire che non è nulla di speciale è sicuramente riduttivo 🙂
Certo è il migliore album della band. Ed a chiusura dello stesso, come ultima traccia, c’è appunto Rebel Heart.
Non ci sono parole, è una canzone strumentale ed è stata immaginata come suonata dal vivo, magari un omaggio dei suonatori alla figura di questo leader che parla di cose inusuali, strane, che sembrano quasi anacronistiche ed invece sono quanto di più attuale possa esserci.
A sentire la canzone è Pietro, un ragazzo dubbioso sul suo ruolo in quel luogo. Ha sentito parlare di Ardo solo nel pomeriggio ed in realtà è ai giardini di Guastalla (dove è stato organizzato l’incontro) per vedere una ragazza, Giulia.
Una musica lieve, che Pietro realizzò essere suonata dal vivo, riempiva l’aria.
Siamo di nuovo nella parte centrale del libro, l’inizio della vita pubblica, in cui Ardo sta cercando di raccogliere consensi per il suo movimento. Avete presente uno che fa meeting in giro? Bene, di questi tempi non dovrebbe essere complicato.
Ma c’è una differenza, netta. Ciò che fa nascere in Ardo la voglia di raccogliere consensi e seguito è un desiderio maturato durante tutta la sua crescita ed imposto dal dono che possiede. Non un sentimento, ma qualcosa di più reale, in un paese in difficoltà com’è quell’Italia (ma forse anche questa). Una sola parola: pace.
Senza programmi politici, senza fomentare la rabbia di un popolo che fa fatica a tirare avanti, senza basare ciascuno dei propri discorsi sulla demagogia.
Guardate intorno a voi, cartelloni pubblicitari grandi come palazzi parlando di sole tre cose: Sesso, telefoni ed automobili.
Non è forse un cuore ribelle (Rebel Heart, appunto) questo? Parecchio. E’ una ribellione contro la società della crisi e del consumismo, due parole in completa antitesi che paiono assurde, ma che invece sono, nel nostro oggi e nell’oggi del romanzo, parte costante del vissuto quotidiano.
Solo un ribelle può cercare di cambiare le cose. Un ribelle coerente. E per essere coerenti è necessario fare delle scelte, assumersi delle responsabilità. Come questo si rifletterà sulla vita di Ardo sarà il romanzo a raccontarlo.