Che tipo di vecchio vuoi diventare?

Ok, son partito male. La parola “vecchio” pare essere una sorta di dispregiativo. Eppure dai, ci trovo un po’ più di dignità rispetto all’uso di “anziano”, che fa molto compatimento, molto occhiali sul naso per leggere il giornale e cose così.

Vecchi
Vecchi

Il titolo è eloquente, il tipo di vecchio che si vuol diventare. Perché ne esistono di infinite tipologie, che però sono accomunabili, quantomeno in macro categorie. Mi pongo di queste domande perché quando sei in giro per lavoro, vedi decine e decine di volti che appartengono a persone di cui non saprai mai nulla a parte ciò che evinci dal loro aspetto.
Ed i volti che mi affascinano di più sono quelli dei vecchi.

I ragazzi ormai sono omologati. Dispiace dirlo, ma è vero. Il pantalone sotto al sedere, le mutande in evidenza, le scarpe slacciate e le magliette larghe (tipicamente i ragazzi) o super attillate (tipicamente le ragazze). Son tutti così, chi si differenzia è una mosca bianca.
I vecchi no.
A seconda della vita che stanno facendo e soprattutto che hanno fatto si vestono.
Il tipo impeccabile è stato dirigente d’azienda o nell’esercito, ha comunque ricoperto un ruolo per il quale la gente si aspettava che fosse sempre composto e ben vestito. Da vecchio questo tipo di persona mantiene tutto l’ordine che lo ha contraddistinto e quasi si stupisce della rudezza delle persone con cui ha a che fare. Ha quasi l’aria del “Lei non sa chi sono io!”.
Il tipo trasandato è quello che ha avuto una vita un po’ così. Magari le soddisfazioni son state meno delle delusioni, resta il fatto che è in bilico tra il sentirsi inutile e provarci un’ultima volta. Si rapporta agli altri certe volte come fosse una sfida, altre come se fosse rassegnato.
Il tipo affaccendato è quello che non si è accorto di essere invecchiato. Più attivo di un ventenne, prende i nipoti, vola in posta, ha un mare di interessi e non ha mai un minuto libero. Dorme poco la notte, ragione per cui si trova sempre stanco e rigetta l’idea che sia semplicemente “la vecchiaia”. La gente lo guarda e pensa “arrivarci così”, lui si guarda e pensa “che vita di merda.”.
Il tipo vecchio saggio è quello che prende tutto con calma. Cammina piano, si siede sulle panchine a leggere il quotidiano e non ha fretta di imporre la propria idea. Gli altri lo vedono con sospetto, bilanciano quanto vorrebbero apprendere da questa persona e quanto scoccia il fatto che questo ignori i problemi del mondo, godendosi la vita come viene. La domanda più frequente in questo caso è “Ma ce la fai?”.

Sia ben chiaro, avessi scritto l’oroscopo magari avrei dato più senso al ragionamento. Quel che dico ha valenza solo nei miei pensieri, per cercare di rispondere alla domanda iniziale: tra tutti questi, quale tipologia di vecchio ti piacerebbe diventare?
Posto chiaramente che sarebbe interessante diventarci vecchi e, al di là delle scaramanzie varie, non è così scontato, non è scontata nemmeno la risposta. Anzi, quasi quasi mi viene in mente un’altra domanda…
Quanto bello sarebbe diventare vecchio senza preoccuparsi dell’opinione di qualcuno che ti ha visto solo una volta nella sua vita?

Commenti

5 risposte a “Che tipo di vecchio vuoi diventare?”

  1. Avatar Ringhio
    Ringhio

    devo dire che il tipo affaccendato ha il suo fascino;mentre vive la sua vita di merda alleggerisce sicuramente quella dei suoi cari.E poi sì,sarebbe bello.

    1. Avatar RaSca

      Caro Ringhio, hai centrato il punto. In principio e per vocazione volevo essere il vecchio saggio, ma ahimè sono già ora affaccendato… Dove cazzo voglio andare?

  2. Avatar cicco
    cicco

    vecchio un cazzo..
    io parlerei di “uomo adulto”

    ..e se proprio ti devo passarti la terminologia.. ..così su 2 piedi (e non è detto che da uomo adulto ci arriverò.. ..magari mi ritroverò stile “fenicottero che schiaccia un pisolino”).. ..direi..
    “vecchio di tutto un pò” …anzi meglio “nn vecchio”.. ..no no cazzate!

    direi piuttosto “vecchio pirla”.. ..ecco
    colui che passa la vita a rompersi i maroni.. ..senso di autocritica a mille..
    ..coi figli.. ..con la famiglia.. ..con le persone.. ..col mondo..
    sarò risultato come realmente sono? ..sono una persona realmente buona?
    ho mai fatto davvero del bene? ..posso fare di più in mille situazioni?
    o sono solo un egoista.. ..perchè poi penso al palla d’acqua sospesa nel vuoto e mi viene un senso di inquietudine misto a mistero dell’esistenza?
    tutto questo può racchiudersi tranquillamente in un “vecchio pirla”?

    1. Avatar RaSca

      Confermo che “ti devo passarti” fa abbastanza paura 😀
      Per il resto alla fine ne si conviene: personalmente fare il vecchio che ha senso di autocritica a mille lo considererei un fallimento.
      Certo è che a voler ben vedere passo parecchio tempo a vivere da “giovane uomo” con senso di autocritica a mille… Il che significa che mi rimane del tempo, prima di diventare “uomo adulto”, per diventare non dico menefreghista, ma almeno un po’ più in pace con me stesso.
      Ma se l’orizzonte continua a spostarsi, ho paura che questo momento non arriverà mai, ma… Non credo sia definitivamente un male.

  3. Avatar cicco
    cicco

    ti devo passarti nn si può leggere..

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