La sveglia alle 5 di domenica mattina certo non mette di ottimo umore nessuno, ma per andare alla VII Giornata Mondiale della Famiglia col Papa si può fare.
Destinazione? Bresso, Papa, Famiglie. Avanti.
Quindi tutti in metro, affollata come un giorno lavorativo all’ora di punta, con strani commenti di sottofondo provenienti da chi la metro l’avrà usata due volta in tutta la vita (“Ma stiamo tornando indietro” … “Ma no abbiamo cambiato linea perchè l’altra sarà stata piena” )
E già si vedono piccoli volti di bimbi assonnati, ma stupiti, passeggini strapieni di ogni comfort per la giornata, papà con zaini carichi di sedie, sgabellini, coperte e di tutto di più!
Da Sesto Rondò a Bresso sono 3 Km e più di strada che si fanno tutti insieme, incrociando gruppi di ogni tipo, svizzeri che suonano chitarra e tamburelli cantando a squarciagola (sempre camminando) alle 7 di mattina, donne africane con abiti appositamente confezionati per l’occasione, e sempre tanti tanti bambini; comunque i 3 Km passano in fretta tra una chiacchierata e l’altra e per le 8 arriviamo a destinazione. Dal nostro settore la tensostruttura sotto cui celebrerà il Papa è lontanissima, ma almeno siamo vicini al maxi schermo; ci si accampa, si beve, si mangia qualcosa e si aspetta…. Dietro di noi un fiume di gente interminabile, se per noi la struttura era lontana, gli ultimi probabilmente non la vedono neanche! Ad un certo punto si sente il fremito tra al folla , sta passando il Papa nel corridoio centrale, la gente corre cercando di avvicinarsi, io mi accontento di vedere il tetto della papamobile da lontano.
Ore 10 in punto inizia la Messa e la prima cosa che mi colpisce è il silenzio che automaticamente si crea: un milione di persone in silenzio!
La celebrazione è lunga, ma non pesante, nè noiosa, letture in inglese, francese, spagnolo, ma soprattutto latino! Ho pregato per pauperibus e aegrotis anche se non ho ancora capito chi siano (i ricordi di latino del liceo non sempre sono bastati), molte donne di una certa età ripetevano a memoria Pater e Ave mostrando anche una punta di orgoglio! A un certo punto alzo lo sguardo e sul maxi schermo vedo il Papa, seduto sulla sua poltrona dorata (anche se poi ho scoperto essere in legno!) circondato da altri preti vestiti in oro e porpora e mi sono chiesta: “Quanto mi rispecchia quest’uomo (o meglio quello che rappresenta)? Quanta Chiesa di quella qui presente si sente partecipe di quei vestiti dorati, di quelle preghiere in latino? Io forse non molto, ma penso che Gesù fosse seduto con noi sull’erba piuttosto che sotto il tendone, penso che un milione di persone non si spostino per un uomo, ma per molto di più!
Mi sono sentita fiume, insieme all’altro milione di persone affianco a me, e mi sono detta “Quanto mi rispecchiano queste persone qui con me? Persone che hanno fatto viaggi più o meno lunghi, più o meno faticosi solo per vedere un puntino bianco passare ma per poter dire io c’ero”? La risposta è MOLTO, questa è la mia Chiesa!