C’è addirittura una trasmissione, per quello che so, che si intitola proprio “Il senso della vita”. Che poi in fondo è quel che cercano tutti.
Il senso, dagli un senso.
Poi qualcuno si perde per strada e ricava le conclusioni che meglio crede: c’è quello che si droga, quello che spende tutto in gratta e vinci, quello che investe benevolmente tempo e fatiche, quello che vive per lavorare, quello che non può fare altro che lavorare per vivere e via dicendo.
Tutti in cerchio. Tutti a cercare il senso della vita. In conclusione, pare un casino trovarlo. E se non fosse quello il punto? Se in fondo non si trattasse di dare un senso alla vita, ma al suo esatto opposto? Perché non cercare di cambiare prospettiva? E’ scientifico come approccio. Non arrivi al punto direttamente, ma partendo da un punto di vista diametralmente opposto.
Qual’è dunque il senso della morte?
In un romanzo di Isaac Asimov, intitolato Il sole nudo, viene descritta una società utopica che vive su un pianeta chiamato Solaria, in cui gli abitanti, quasi totalmente scienziati, vivono un isolamento spontaneo da tutto e da tutti. Nel corso della loro evoluzione i Solariani arrivano ad aumentare la durata della propria vita in secoli agendo sulla propria genetica. Al di là dell’aspetto fantascientifico dell’opera, uno degli aspetti morali (indipendenti dalla vicenda stessa) che balza subito all’occhio è come la conseguenza diretta di una vita longeva porti naturalmente all’isolamento.
Una versione di questo concetto più distorta ed emblematica è presente in un altro romanzo fantascientifico, Bay City, di Richard K. Morgan. Nella società descritta, la morte è stata addirittura annullata, mediante l’utilizzo di una pila corticale (in pratica una Sim Card), all’interno della quale è memorizzata la coscienza dell’individuo che può essere impiantata nuovamente (esatto, come la Sim di un cellulare) in un nuovo corpo. Conseguenza diretta di questa modalità di sopravvivenza è l’annullamento dei rapporti duraturi ed un distacco, quasi totale, dalle passioni e dalla cosiddetta voglia di vivere.
Perché tutte queste citazioni? Perché sebbene questi romanzi possano solamente ipotizzare l’evoluzione e le scelte dell’umanità di fronte all’annullamento della morte, tali ipotesi sono assolutamente condivisibili.
L’annullamento della morte, inevitabilmente, porterebbe ad isolamento e disfacimento dei rapporti. Quando hai di fronte a te l’eternità, quale investimento sulla tua vita puoi fare? Quale preoccupazione potrebbe attraversare la tua mente?
Eccolo qua il senso. Che vita sarebbe senza morte?
Quanto preziosa diventa la vita in funzione del punto interrogativo rappresentato dal domani? E’ un obbligo cullarsi alla ricerca di tutto l’amore che si può ottenere da chi ti sta intorno, dalle persone che hai scelto, da coloro i quali completano il tuo mondo dandogli un senso.
Un investimento. Un piacere continuo. Un senso.
Arriverà un giorno in cui non vorrò più staccarmi dal vostro abbraccio,
nonostante saprò che quello è il momento di andare.
Avremo le lacrime agli occhi, tutti.
Capiterà di vedere il cielo nero, pieno di nuvole, pronto a piovere.
Forse pioverà.
Ma infine, quando sembrerà di non poterne più, arriverà una mattina assolata, con un cielo talmente terso da far male agli occhi di chi lo guarda.
Quel giorno, le lacrime saranno asciugate.
Quel giorno, capiremo che il nostro amore ci ha resi eterni.
Quel giorno, tutto avrà un senso perché saremo uno, per sempre, come lo siamo ora.
E’ l’unico modo che ho trovato per dire che a ciascun giorno basta la sua pena.
Buona vita.