Il ragazzo fece di corsa le scale. Non che l’ascensore fosse rotto, non che volesse tenersi in forma, ma la voglia di vederla era troppa e dopo una giornata come quella, prima arrivava quel momento, meglio era.
I piani erano quattro ed arrivato al pianerottolo dovette riprendere fiato. Non sta bene avere il respiro grosso quando devi vedere la tua amata, pensò sorridendo.
Sistemata la camicia che era uscita dai pantaloni nella foga della salita, si mise dritto con la schiena e fece i quattro passi che lo separavano dalla porta e, accertatosi che il respiro fosse finalmente calmo, suonò il campanello.
Gli venne ad aprire lei, come sempre. Quel giorno però la luce che emanava era diversa, più ricca, più viva. Non capita tutti i giorni di compiere ventun anni. Per la verità era conscio di come ogni compleanno fosse unico nel suo genere, ma questo lo era di più.
Terminati i saluti di rito ai vari familiari dovette intrattenersi, mal celando una certa impazienza, a parlare del più e del meno, del tempo che non cambiava, di come certi politici non capissero nulla e così via.
Finalmente, quando le speranze sembravano ormai perdute, venne il momento di farsi accompagnare fuori dalla porta per il saluto finale, lontano da occhi indiscreti e forse al buio.
C’era un regalo da consegnare.
Ma la giornata era stata pesante.
Mi dispiace, disse lui, ma l’unica cosa che sono riuscito a recuperare è stato questo cioccolatino, scusami, ma è stato il meglio che sono riuscito a fare.
Gli occhi di lei si fecero dapprima sorpresi, mai era successo che mancasse un regalo da parte di lui in una qualsiasi festa comandata, poi apparentemente tristi ed infine sereni. Fu questione di un attimo. Sorridendo gli mise le braccia intorno al collo sussurrando “va benissimo così, amore”.
Il ragazzo si scostò con dolcezza dalla stretta di lei e quasi per voler valorizzare quel semplice pensiero disse “Avanti, leggi la frase d’amore scritta nel biglietto del cioccolatino, magari ci è d’ispirazione”.
La ragazza obbedì e scartato il cioccolatino si trovò tra le mani un anello d’oro. Con gli occhi gonfi di lacrime riuscì solamente ad abbracciare il ragazzo, che di tutta risposta le sussurrò “Adesso basta con le stronzate”.
E tutto ebbe inizio.