La stagione fredda era al suo culmine e la giornata volgeva al termine. Le luci chiaro scure che filtravano dalla finestra consentivano di vedere ancora i contorni delle cose. La loro casa era semplice, quattro mura, un tavolo ed un letto. Non c’era bisogno d’altro, ma tutto appariva magico in quella sera.
La ragazza guardò suo marito. Era un guerriero, come tutti. Per sua sfortuna le campagne militari erano finite da un pezzo ed egli era a casa da ormai un mese.
Fu allora che glielo disse, “Avrai un erede”.
All’uomo si illuminarono gli occhi per un istante. Fu un attimo fugace, che però la moglie riconobbe subito. Senza dire nulla l’uomo uscì dalla porta e fece ritorno solamente a notte inoltrata.
La donna dormiva, ma si destò sentendo i rumori dei bicchieri che si rovesciavano. Il marito doveva aver comunicato la notizia ai suoi commilitoni, e quello era l’esito dei festeggiamenti. Pensò saggiamente di continuare a fingere di dormire, onde evitare di scatenare le ire del marito, troppo frequenti quando il vino lo accompagnava.
Passarono i giorni ed il marito, finalmente ripartì. “Tornerò per vedere mio figlio”, disse alla donna prima di andarsene. Questa attese qualche minuto, poi sospirò e con il cuore più leggero raccolse una giara vuota per andare al pozzo a riempirla.
Le stagioni fecero capolino nel campo di fronte alla casa della donna e mentre il suo grembo fioriva gli alberi cominciavano a popolarsi dei più svariati colori. Tutto appariva semplice e straordinario allo stesso tempo.
Poi, avvenne. Il bambino della donna vide la luce dopo una notte di fatiche, alle prime luci dell’alba, proprio nel momento in cui il marito tornava dall’ultima campagna militare intrapresa.
Carico di ansia varcò la soglia della sua casa e scostate le donne che aiutavano la moglie chiese “Dov’è ?”. Il viso pallido di lei si contrasse ed accennando un sorriso mise il fagotto che teneva tra le sue mani in quelle del marito. Questi mostrò quello che parve un sorriso a sua moglie, ma dopo aver guardato il piccolo si rabbuiò in un istante. Le donne alle sue spalle indietreggiarono spaventate.
“Donna, dove sono le mani di questo bambino ?” chiese infuriato verso la moglie. Questa lo guardò e non rispose. Egli parve in preda ad una rabbia incontrollabile, poi d’un tratto si calmò.
“Questo bambino non sarà in grado di badare a se stesso e non potrà servire come uomo al nostro ideale.” e dopo un attimo di pausa aggiunse “Questo bambino non può vivere”.
Giratosi, si incamminò verso la strada che portava alla rupe sul monte.
Nella stanza scese il silenzio.
Le donne uscirono dalla casa e la madre che aveva appena perso suo figlio, rimasta sola, si portò le mani al volto e si abbandonò ad un pianto dirotto.
Buon viaggio, ragazza.